Sabato 3 aprile in Cattedrale l’Arcivescovo ha presieduto la Veglia pasquale, la solenne celebrazione della Risurrezione del Signore, che celebra la vittoria sul peccato e sulla morte da parte di Gesù Cristo. La funzione è cominciata con la benedizione del fuoco. Dalle braci messe nel turibolo si accende il Cero pasquale; l’Arcivescovo, benedicendolo, vi ha tracciato una croce, le lettere greche Alfa e Omega e le cifre dell’anno; prendendo poi cinque grani di incenso li ha conficcati alle quattro estremità e al centro della croce disegnata, a simboleggiare le cinque piaghe gloriose di Cristo, delle mani, dei piedi e del costato. Quindi il diacono, portando il cero pasquale, ha cominciato la processione che, entrando in chiesa, ha intonato il “Lumen Christi”.
Dopo la ricca Liturgia della Parola della Veglia di Pasqua che ripercorre storia della redenzione dall’origine della vita in Dio, l’Arcivescovo nell’omelia ha sottolineato che i segni della Veglia pasquale dicono che abbiano bisogno di qualcuno che riscaldi la nostra vita, e dobbiamo chiedere la grazia di saper cogliere dal Signore risorto le luci che Egli ci dona.
“Stiamo vivendo – ha detto Mons. Tasca – un tempo contrassegnato da molti timori; chiediamo a Dio la grazia di liberarci dalla paura della morte, un dono che riceviamo nel Battesimo. Necessario ricordare le cose belle che il Signore fa per noi, come ha fatto il il popolo ebraico per la grande storia che Dio ha fatto per lui”. “La morte non ha ultima parola – ha concluso – e abbiamo bisogno di testimoni annunciatori del Signore risorto anche nei momenti difficili. Che Dio ci dia cuori e occhi per vedere la sua presenza nella nostra vita”.
Durante la celebrazione alcuni catecumeni hanno ricevuto per mano dell’Arcivescovo i sacramenti di Battesimo, Eucaristia e Confermazione.
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