L’Arcivescovo nella solennità di San Lorenzo: “È dalla verità che sgorga la libertà”

Venerdì 10 agosto in Cattedrale il Cardinale Arcivescovo ha presieduto la S. Messa pontificale nella solennità di San Lorenzo.

Rifacendosi alla vita del diacono martire, il Cardinale Bagnasco ha sottolineato nell'omelia che il suo esempio ci ricorda che la persecuzione fa parte della fede cristiana: “Non dobbiamo meravigliarci di questo – ha detto – così come  non dobbiamo cedere all’ottimismo ingenuo secondo il quale attorno a noi esiste solo rispetto e benevolenza. Così non è! Anche se non se ne parla, esiste un regime discriminatorio anticristiano. E ciò accade perfino nella nostra Europa, grembo del Vangelo e culla di civiltà”.

“Attraverso norme raffinate – ha continuato – si limita la libertà di professare la fede pubblicamente, e sempre più la si spinge nella sfera privata. Con il pretesto di non urtare le diverse sensibilità religiose o culturali, si vuole creare un modo di vivere uniforme al ribasso, eliminando tradizioni legittime e rispettose di tutti, oppure cambiandone nomi, luoghi, simboli. È chiaro che – in questo modo – si intende diluire la fisionomia della fede con lo scopo di spegnerla nella coscienza collettiva e in quella personale, riducendola da tradizione a vago ricordo”.

La fede è riconoscimento della verità che è Dio stesso: in Lui diventa possibile riconoscere la verità di ogni altro essere, e tale riconoscimento genera un modo diverso di pensare,che rende liberi di fronte a qualunque autorità umana e, nello stesso tempo, diventa un contributo formidabile per la costruzione della comunità civile.

“Per questa ragione ha detto ancora il Cardinale – tradire il Vangelo è tradire Dio e anche l’uomo: oggi, spesso si vede che il Vangelo non è negato ma – forse in buona fede – tradito. L’umanità vede che quanto più si allontana da Dio e si crede autosufficiente, tanto più, dalle profondità del suo essere, salgono i demoni che pensava di avere sconfitto con le sue mani.  Quei fantasmi ricordano all’uomo di temere il suo potere e, nello stesso tempo, la sua impotenza: il suo potere di distruggere, e la sua impotenza di ritrovare se stesso e di dominare la sua disumanità sempre pronta a fagocitare tutto. Fuori della verità, il diritto può dichiarare legittimi i comportamenti, ma non li può rendere giusti, aprendo così la strada al sopruso. È dalla verità della persona umana, come Dio l’ha creata, che sgorga la libertà, l’amore, la fedeltà, la giustizia, e si può costruire una società coesa e aperta, che ha un volto proprio e che si pone in dialogo onesto con tutti, senza strumentalizzare nessuno, soprattutto se deboli”.

Leggi il testo integrale dell'omelia pronunciata dall'Arcivescovo

 

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