Sabato 11 aprile il Cardinale Bagnasco si è recato con il Sindaco di Genova e commissario straordinario Marco Bucci e il Presidente della Regione Giovanni Toti al cantiere del nuovo viadotto sul Polcevera.
Proprio ieri si sono concluse le operazioni varo della seconda parte della campata P1P2. La trave, 30 metri di lunghezza per circa 300 tonnellate di peso, prima di essere portata in quota sulle Pile è stata presa in carico dalla gru e avvicinata, con un’operazione lunga e molto delicata, alla zona idonea per il varo
Proseguono dunque senza sosta, anche in questa fase di emergenza sanitaria, i lavori di ricostruzione del viadotto autostradale.
L’Arcivescovo, prima di entrare per il sopralluogo, ha risposto ad alcune domande dei giornalisti.
“Sono venuto per ringraziare i lavoratori che stanno continuando a lavorare incessantemente a questa opera. Quando c’è la volontà e la tenacia si va avanti”, ha detto il Cardinale rilevando come i lavori nel cantiere procedano e il ponte abbia sempre più acquisito nuova forma.
“Abbiamo vissuto una Quaresima che non ci auguriamo più, per nessuno mai”. L’Arcivescovo ha fatto riferimento in particolare al momento prolungato di distanziamento sociale, “un fatto drammatico: in tempo di guerra c’era almeno la consolazione degli affetti e dell’incontro, e la possibilità di celebrare i sacramenti”.
“La clausura nelle nostre case è per tutti un sacrificio, ma il senso di responsabilità non ci deve far mollare”. Non è mancata una riflessione sul futuro: “Il distanziamento sociale e la forzata solitudine devono farci uscire più uniti e coesi, nella speranza che non accada più un evento simile”.
Ricordando i riti che si stanno celebrando in questi giorni (l’Arcivescovo celebra in Cattedrale a porte chiuse i riti del Triduo), il Cardinale ha detto: “Le porte sono chiuse ma il cuore è spalancato: ogni credente sappia di essere presente sull’altare davanti a Dio, la nostra forza e la nostra speranza”.
In vista della Pasqua, domani, domenica 12 aprile, il Cardinale ne ha ricordato il messaggio trasversale che ne deriva, un messaggio di speranza per tutti. “La Risurrezione è un messaggio della fede, ma è un messaggio che va oltre la fede. Oggi la solidarietà istituzionale e non, il bene che si sta facendo, si tramutano in un messaggio che sa arrivare a tutti, credenti e non”.
Ed è proprio questo senso di appartenenza, unità, coesione sociale e umana, la stessa che Genova ha saputo interpretare anche immediatamente dopo il tragico crollo del Morandi, è tangibile: “auspichiamo – ha detto il Cardinale – che il virus abbia almeno indebolito le distanze sociali e non”.
Infine, un auspicio: “Quando torneremo alla normalità, dovremo saper costituire una normalità migliorata”.
Nel cantiere, il Cardinale si è rivolto agli operai e alle maestranze impegnate nei lavori del viadotto.
“Alle vostre famiglie il mio e vostro grazie e la mia ammirazione e il mio affetto. Le incoraggio a continuare a starvi accanto, e ad essere orgogliosi di voi”. “Dio non è lontano, ed è presente anche in un cantiere come questo. Dio è con noi, è morto e risorto e vi auguro di sentire sempre questa presenza, senza la quale la vita di ciascuno di noi sarebbe poverissima”.
Agli operai il Cardinale ha detto: “Vorrei che i vostri nomi rimanessero incisi su questi pilastri. Non è una cosa decisiva, ma siccome siamo umani, abbiamo bisogno di segni. Certamente i vostri nomi rimarranno nei nostri cuori”.
“Depongo la speranza di una normalità migliorata nel cuore di Cristo, e anche nei nostri cuori. Che l’individualismo sia ucciso dallo stare insieme, dal sentirsi parte di un grande popolo che Dio ama. Torneremo ad una normalità spero più saggia, più ricca e un po’ più umile”.
Ai piedi del Santuario di Coronata, con il Santuario della Guardia che domina dall’alto, il Cardinale ha pregato insieme agli operai e ha impartito la benedizione.
IL VIDEO REALIZZATO DA COMUNE DI GENOVA