L’Arcivescovo: “Genova è percossa, ma non si arrenderà. Lo Stato non abbandoni chi ha perso tutto!”.

“Non arrendiamoci!”. E’ forte l’invito che il Cardinale Angelo Bagnasco ha rivolto ai genovesi nell’omelia pronunciata domenica 12 ottobre nella chiesa dei Diecimila Martiri Crocifissi, in Via Canevari, una delle zone più colpite dall’alluvione che ha travolto per l’ennesima volta la città e l’entroterra.

Dopo essere stato di persona nei quartieri più martoriati, dopo aver visto la disperazione negli occhi della gente che per l’ennesima volta ha perso tutto, l’Arcivescovo chiede solidarietà, ma anche giustizia: “Nessuno deve sentirsi abbandonato dai responsabili del bene comune – ha detto – nessuno deve sentirsi dimenticato, nessuno deve vedere lo Stato distratto e lento, rifugiarsi dietro al rimando delle responsabilità, o dietro a una inaccettabile macchinosità burocratica che, per assicurare legalità e trasparenza, lascia affondare nel fango chi ha perso tutto”.

Genova è percossa, ma non si piegherà: “E’ nelle sventure – ha sottolineato il Cardinale –  che si misura il grado di civiltà di un popolo, la capacità di chi governa, la maturità di tutti coloro che hanno il dovere di vigilare tempestivamente e di provvedere perché  i singoli si riprendano e perché le calamità non si ripetano come succede da noi”.

La Conferenza Episcopale Italiana ha già stanziato per l’emergenza genovese un milione di euro proveniente dall’otto per mille. Inoltre domenica 19 ottobre in tutte le parrocchie della Diocesi si effettuerà una raccolta il cui ricavato sarà interamente devoluto alle persone colpite dall’alluvione.

Anche Papa Francesco, nell’Angelus di domenica, ha ricordato Genova: “In questo momento  – ha detto il Papa in Piazza San Pietro – il nostro pensiero va alla città di Genova duramente colpita dall'alluvione. Assicuro la mia preghiera per la vittima e per quanti hanno subito gravi danni. La Madonna della Guardia sostenga la cara popolazione genovese nell'impegno solidale per superare la dura prova”.

 

Leggi il testo integrale dell’omelia dell’Arcivescovo

condividi su