In occasione della celebrazione della 24esima Giornata mondiale della Vita Consacrata, sabato 1 febbraio a Genova religiosi e religiose di tutti gli ordini presenti sul territorio si sono ritrovati in Cattedrale dove è stata celebrata la S. Messa presieduta dal Cardinale Arcivescovo. All’inizio della celebrazione l’accensione e la benedizione dei ceri e delle candele poichè la ricorrenza liturgica era quella della presentazione al Tempio di Gesù; in questo giorno la Chiesa celebra la festa della Candelora e si benedicono le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”.
Il Cardinale Bagnasco, nell’omelia, ha invitato i consacrati a essere vigili costruttori del tempo presente, stando attenti a cogliere il dono di grazia che Dio ci fa: e cioè la fede che ci fa ritornare a Cristo, essenza della nostra vita, del nostro credere e del nostro operare.
Il Vangelo non può essere ridotto a un codice di buone maniere, questo significherebbe ‘svuotare la Croce’: “a noi il compito – ha detto l’Arcivescovo – di tenere accesa la fiaccola della fede vera, non ridotta alle sole opere buone”.
Alla Chiesa spetta il compito dell’annuncio della vita eterna, e l’uomo moderno, pur nella confusione della vita di oggi, è assettato di vita eterna, di sapere cosa resterà di lui dopo la morte.
Occorre essere missionari della luce di Cristo, che è luce del mondo e luce delle genti. Ma come essere messaggeri di questo impegnativo compito?
Il Cardinale ha indicato due modi ai consacrati: la gioia e il bene.
“Mostrate al mondo la gioia della vostra vocazione – ha detto – manifestate quanto sia bello essere stati chiamati da Dio a un’appartenenza più radicale del suo amore, che è il vostro ‘sì’ alla vita vera”. Inoltre, “vogliatevi bene, nelle vostre comunità, nei luoghi dove siete chiamati e chiamate a prestare il vostro servizio”. “Con questo atteggiamento – ha concluso – darete al prossimo il risveglio per poter vedere meglio la luce di Cristo che sempre risplende nel mondo, ma che ha bisogno di esempi veri per essere percepita”.
Durante la funzione i religiosi e le religiose hanno rinnovato i loro voti di castità, povertà e obbedienza, promettendo a Dio di essere fedeli al loro Istituto e alla Chiesa e a servizio del mondo intero.
Non è mancata un’intenzione di preghiera particolare per Suor Divja, delle Suore di Don Daste, nei giorni scorsi ferita a Sestri Ponente e che ora è ricoverata in via di guarigione all’ospedale Villa Scassi. L’Arcivescovo le ha fatto visita in ospedale nella mattinata di sabato.