Domenica 28 Novembre – I di Avvento un numeroso gruppo di religiose ha partecipato alla Mattina di Spiritualità, accolte con cordialità dalla comunità delle Suore Marcelline.
Dopo la recita dell’ora terza Sr. M. Antonella Castellani, delegata diocesana USMI, ha salutato
i presenti ed ha evidenziato come si è immerse nella pienezza di grazie in questo periodo particolare: l’anno dedicato a S. Giuseppe, che si concluderà l’8 Dicembre, l’Anno “Famiglia Amoris lætitia” e il grande cammino sinodale che per tutte le diocesi è iniziato il 17 ottobre. Ha comunicato che anche la Vita Consacrata ha una valida rappresentanza con referenti Religiose, Religiosi e membri degli Istituti Secolari e si sono avuti già alcuni incontri. Per entrare maggiormente nello spirito del sinodo è stato proiettato il video del discorso di Papa Francesco che presenta come effettuare tale cammino.
Don Gianfranco Calabrese, Vicario Episcopale per l’annuncio del Vangelo e per la missionarietà,
ha messo a fuoco la Spiritualità della Sinodalità: essa è stimolo per essere Chiesa, va riscoperto il senso della Chiesa che cammina, un cammino delineato da ogni carisma, che non è mai chiuso, che è comunione con gli atri, con la vita del Cristo, un camminare insieme che produce spiritualità. Ha citato l’episodio evangelico dell’incontro di Gesù con Marta e Maria, la cui vita non è in contrapposizione, come potrebbe sembrare in un primo momento. La Vita Consacrata è comunione e non il contrario; cosa ci permette di vivere questo? Cosa ci è di ostacolo? Quali sono le virtù per vivere ciò. Il vivere tante esperienze carismatiche diverse non è tanto un problema teologico, ha affermato don Calabrese, ma nella sua dimensione ecclesiale è una questione di relazione. Guardare l’altro com’è: dono. La Vita attiva e contemplativa sono in relazione. Il carisma della vita religiosa è un dono della Trinità. Gesù stesso si è sempre rivolto al Padre, in costante relazione con Lui. Così è per noi, quanto viviamo la vita contemplativa tanto cogliamo e viviamo la gratuità.
Maria sta ai piedi di Gesù: è la frequenza della contemplazione della Parola, della comunione con Gesù, l’Eucaristica, del fratello. Nell’episodio dei due discepoli di Emmaus si coglie il valore del camminare “con”, dell’ascolto della Parola, del riconoscere il Cristo allo spezzare il pane, del tornare indietro per vivere con i fratelli quell’esperienza particolare. La comunità è un annunciare perché tutto nasce dall’ascolto, dal primato di Dio, dalla sua amicizia che sfocia in un’amicizia col fratello, in un camminare insieme.
Dopo l’intervento di don Calabrese ogni religiosa ha avuto spazio per la preghiera personale e la possibilità di confessarsi.
La mattinata si è conclusa con la celebrazione della S. Messa della I° Domenica di Avvento. La liturgia, ben curata dalle sorelle della PORA, ha sottolineato il valore dell’offerta di Gesù a noi. Nell’omelia don Calabrese ha colto l’importanza dell’incontro; Avvento tempo di attesa sì ma per un incontro nella certezza della fede che viene Qualcuno; la consacrata come donna ha il dono della femminilità vissuta in pienezza, nell’amore all’altro, presupposto dell’amore di Dio. La bellezza della nostra umanità ci porta ad essere generativi, nella sete di amore che è in noi. Desideri incontrare il Signore, ecco il tuo fratello, e come consacrati dobbiamo sentire l’amore che Dio ha sigillato in noi. Chi si sente inutile non sa amare, chi non sa amare non ama.
Rincuorate dalle parole di speranza che sono scaturite dalla parola di Dio si è conclusa la mattinata e ci si è avviate in questo nuovo cammino dell’Avvento 2021.
A.C.
Guarda qui la registrazione dell’Omelia di Don Gianfranco Calabrese
Guarda qui la registrazione dell’Intervento di Don Gianfranco Calabrese