“La gioia della Pasqua”. Leggi le omelie dell’Arcivescovo della Veglia pasquale e della mattina di Pasqua

Sabato 31 marzo in Cattedrale il Cardinale Arcivescovo ha presieduto la Veglia pasquale, la solenne celebrazione della Risurrezione del Signore, che celebra la vittoria sul peccato e sulla morte da parte di Gesù Cristo. La funzione é cominciata con la benedizione del fuoco. Dalle braci messe nel turibolo si accende il Cero pasquale; l'Arcivescovo, benedicendolo, vi ha tracciato una croce, le lettere greche Alfa e Omega e le cifre dell'anno; prendendo poi cinque grani di incenso li ha conficcati alle quattro estremità e al centro della croce disegnata, a simboleggiare le cinque piaghe gloriose di Cristo, delle mani, dei piedi e del costato. Quindi il diacono, portando il cero pasquale, ha cominciato la processione che, entrando in chiesa, ha intonato il “Lumen Christi”.
Dopo la ricca Liturgia della Parola della Veglia di Pasqua che ripercorre storia della redenzione dall'origine della vita in Dio, e l'omelia dell'Arcivescovo, durante la celebrazione 12 catecumeni hanno ricevuto per mano del Cardinale i sacramenti di Battesimo, Eucaristia e Confermazione.

Domenica 1 aprile in Cattedrale l'Arcivescovo ha presieduto la solenne Messa di Pasqua. A concelebrare vi erano i canonici di San Lorenzo, e ad animare la Celebrazione il coro della Cattedrale.
“L’alleluia Pasquale risuona da un capo all’altro della Terra” – ha detto il Cardinale Bagnasco nell’omelia – “le campane ne fanno notizia”.  Ha proseguito sottolineando come i genitori devono iniziare i bambini al Mistero della Pasqua, che li porta a scoprire la via della gioia che resiste alle avversità.
L’Arcivescovo ha attualizzato il Vangelo di Marco, letto durante la veglia Pasquale, dove un gruppo di donne si recano al sepolcro di Gesù la mattina dopo la Sua deposizione. In loro pervade un senso di smarrimento, di cupezza e di tristezza, che le fa sentire grevi. “Dobbiamo farci guidare da loro, non è facile intuirne i sentimenti – ha proseguito il Cardinale Bagnasco – il cuore è come una tomba chiusa dal peso di un’immensa pietra”.
“Però su questi movimenti dell’anima – ha detto l’Arcivescovo – su questi sentimenti delle donne al sepolcro, e di noi oggi, risuonano le parole dell’Angelo ‘Non abbiate paura! Voi cercate Gesù il Nazareno, il crocifisso. E’ risorto! Non è qui. Andate e dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete”.
Concludendo il Cardinale Bagnasco ha detto come la Pasqua sia il momento migliore per risponderci “Se lo faremo con umiltà e fiducia allora sì, Lo vedremo, e sarà gioia la nostra Galilea, sarà più visibile perché più luminosa”.

 

Leggi il testo integrale dell'omelia della Veglia Pasquale

Leggi il testo integrale dell'omelia della mattina di Pasqua
 

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