In queste settimane il Santo Padre ritorna diverse volte sulla necessità di fare memoria del Battesimo ricevuto. “Mi permetto di darvi un consiglio. Ma, più che un consiglio, un compito per oggi. Oggi, a casa, cercate, domandate la data del Battesimo e così saprete bene il giorno tanto bello del Battesimo. Conoscere la data del Battesimo è conoscere una data felice” (Udienza generale, 8 gennaio 2014). Quasi nessuno ha il minimo ricordo della celebrazione di questo Sacramento, perché si è ricevuto poco dopo la nascita; eppure, è necessario ritornare a quel momento fondativo, perché “il rischio di non saperlo è di perdere la memoria di quello che il Signore ha fatto in noi, la memoria del dono che abbiamo ricevuto”.
Sì, noi viviamo ogni giorno grazie al Battesimo: “Se riusciamo a seguire Gesù e a rimanere nella Chiesa, pur con i nostri limiti, con le nostre fragilità e i nostri peccati, è proprio per il Sacramento nel quale siamo diventati nuove creature e siamo rivestiti di Cristo”. Altro che evento del passato! Quello che Dio ha fatto di noi rimane per sempre come evento di grazia super abbondante. Tante volte, nella vita cristiana si dimentica che il primato è della grazia, cioè di quello che Dio ha operato in maniera decisiva e gratuita.
Questa prospettiva appare frequentemente nelle parole di Papa Francesco, come, ad esempio, nel messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni del 2014. Commentando le celebri parole evangeliche “la messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe” (Mt 9,38), invita a soffermarsi non immediatamente sul comando di Gesù – pregate! – ma sulla condizione di partenza: la messe è tanta. Chi ha lavorato perché fosse così? Non certo noi, ma Dio. La causa del molto frutto è la grazia di Dio: noi siamo il campo di Dio (cfr. 1Cor 3,9) entro cui il padrone lavora a piene mani e ci rende partecipi dei suoi doni. Così, il Battesimo, che è sorgente di conversione e di buoni frutti per tutta la vita. Prima di agire da cristiani, prima d’impegnarsi in una risposta coerente è necessario avere lo stupore per la messe abbondante che Dio solo elargisce, poi la gratitudine per un amore che sempre previene, “infine l’adorazione per l’opera da Lui compiuta, che richiede la nostra libera adesione ad agire con Lui e per Lui” (messaggio, 1).
Con questi sentimenti per l’opera da Lui compiuta si domanda il Battesimo per i figli e si vive il Sacramento ricevuto in un giorno importante da non dimenticare. La sua celebrazione è determinante e non è una mera formalità. “Non è lo stesso – ha detto Francesco – una persona battezzata o una persona non battezzata”! (Udienza generale, 8 gennaio 2014).
Il dono del Battesimo è come un fiume che irriga di generazione in generazione, una grazia che si trasmette e grazie alla quale il Popolo di Dio cammina nella storia, come una catena composta da innumerevoli anelli. “E ognuno di noi è un anello di quella catena: un passo avanti, sempre; come un fiume che irriga. Così è la grazia di Dio e così è la nostra fede, che dobbiamo trasmettere ai nostri figli, trasmettere ai bambini, perché essi, una volta adulti, possano trasmetterla ai loro figli”. (Udienza generale, 15 gennaio 2014).
Noi con il Battesimo veniamo immersi in quella sorgente inesauribile di vita che è la morte di Gesù, il più grande atto d’amore di tutta la storia; e grazie a questo amore possiamo vivere una vita nuova, non più in balìa del male, del peccato e della morte, ma nella comunione con Dio e con i fratelli. Questa è la vita di grazia!