Sabato 5 febbraio al Santuario della Guardia Mons. Marco Tasca ha portato un saluto ai referenti per il Sinodo, riuniti con l’Equipe diocesana e don Gianni Grondona, Vicario episcopale per la Sinodalità.
C’è grande soddisfazione in seno al Consiglio ordinario del Sinodo dei Vescovi, a tre mesi circa dall’apertura del processo sinodale per una “Chiesa in cammino”. La novità di questo percorso “è un’esperienza che “suscita molta gioia e dinamismo ma anche un certo numero di incertezze” e sfide da affrontare. E’ quanto emerge dal comunicato che sintetizza la riunione dello scorso 22 gennaio in cui sono confluiti i risultati di una quindicina di incontri on line organizzati, tra novembre e dicembre scorsi, dalla Segreteria Generale del Sinodo e gli incaricati per il Sinodo di tutto il mondo. Ricordiamo che, dopo l’inaugurazione con il Papa il 9 e il 10 ottobre in Vaticano, il Sinodo è entrato nella fase diocesana lo scorso 17 ottobre, e le Chiese locali hanno avviato il percorso di discernimento a livello locale.
Al centro c’è la consultazione del popolo di Dio.
Entusiasmo e iniziative che danno speranza
A oggi sono “moltissime le diocesi e altre realtà ecclesiali che hanno iniziato il processo sinodale”, si legge nel comunicato, e c’è “entusiasmo” tra i laici e i consacrati che stanno dando vita a una “miriade di iniziative” per promuovere la consultazione e il discernimento ecclesiale. Un segno di “speranza” e dell'”opera dello Spirito Santo” che sta “trasformando” tutti coloro che sono coinvolti, come membri della comunità ecclesiale. Da regione a regione nel mondo – fa sapere il Consiglio Ordinario del Sinodo – i tempi e le modalità della consultazione e della partecipazione variano.
In generale si registra gioia ed entusiasmo in diversi paesi dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia e ovunque è stato particolarmente apprezzato il prolungamento della fase di ascolto del Popolo di Dio che arriverà fino ad agosto 2022 e non più fino ad aprile come previsto originariamente.
L’apporto ecumenico e interreligioso
Altri dati riguardano la diffusione dei documenti del Sinodo nel mondo e la dimensione ecumenica e interrelogiosa. Ovunque, riferisce il Consiglio, i testi pubblicati dalla Segretaria Generale “sono stati ben accolti”, e un “lodevole sforzo” è stato fatto per tradurli con più difficoltà laddove le lingue locali sono molteplici.
Entusiasmo e “desiderio di contribuire” al cammino cattolico si registra dalle altre confessioni cristiane mentre dalla “dimensione interreligiosa, che si impone nei paesi dove i cristiani sono in minoranza. Anche in questo caso – afferma il Consiglio – è atteso un contributo significativo”.
I social e i siti per raccontare il sinodo
Anche la comunicazione sta avendo un ruolo importante nell’avvio del percorso sinodale. In molte diocesi e conferenze episcopali sono sorti siti web e pagine nelle reti sociali, per raccontare quanto accade a livello locale. In più ci sono gli spazi ufficiali, il sito istituzionale synod.va, il sito per raccogliere le esperienze e le risorse prodotte a livello locale (synodresources.org) e il sito di preghiera per il sinodo (prayforthesynod.va) realizzato insieme alla Rete Mondiale di Preghiera del Papa e Unione Internazionale Superiori Generali.
Le difficoltà e le sfide: ascolto, giovani e autoreferenzialità
In un momento così cruciale come quello del Sinodo, all’entusiasmo e al dinamismo si affiancano le sfide che il Consiglio evidenzia e le difficoltà che non nasconde. Si tratta di “paure e reticenze” tra fedeli e clero, ma anche di “sfiducia” tra i laici che dubitano che il loro contributo venga realmente preso in considerazione, o ancora ci sono gli ostacoli posti dalla pandemia che rende difficile l’ascolto e il contatto diretto tra le persone. Il processo sinodale mostra anche alcune sfide ricorrenti – spiega il Consiglio nel comunicato – quali la necessità di una formazione, in particolare all’ascolto e al discernimento, il rischio di autoreferenzialità negli incontro di gruppo, la necessità di migliorare la partecipazione dei giovani, il coinvolgimento di coloro che vivono ai margini delle istituzioni ecclesiali e, infine, il disorientamento espresso da una parte del clero.
Il percorso locale prosegua fino al termine del Sinodo
In conclusione – spiega il Consiglio – le incertezze che emergono, insieme al dinamismo, vanno affrontate. Il processo di conversione sinodale sarà un processo lungo e necessiterà di un tempo maggiore del processo stesso. La proposta è quella che il percorso a livello locale prosegua nell’arco dell’intero processo e ben oltre ancora, affinché la comunità ecclesiale possa sempre più rendere tangibile la sinodalità quale dimensione costitutiva della Chiesa. In lavorazione intanto viene messa una Nota per aiutare diocesi e conferenze episopali a elaborare i “rapporti ” conclusivi: “la Nota propone l’idea che la stesura del rapporto sia essa stessa un atto di discernimento, vale a dire il frutto di un processo spirituale e di un lavoro di squadra”.
Gabriella Ceraso