Nel secondo appuntamento di venerdì 17 gennaio in Cattedrale, Mons. Marino Poggi, Canonico Penitenziere, ha dedicato attenzione al primo capitolo “Tra sfide e forze”.
Per approfondire i punti salienti sottolineati dall’Arcivescovo nel capitolo, Don Marino ha fatto più volte riferimento alla “Desiderio desideravi”, lettera apostolica del 2022 di Papa Francesco. Questo testo è dedicato alla formazione liturgica del popolo di Dio ed è un appello a riscoprire il significato e la bellezza della liturgia.
Il titolo, “Desiderio desideravi,” è tratto dalle parole di Gesù nel Vangelo di Luca (22,15): “Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione.” Questo desiderio di Gesù esprime il suo amore per l’umanità e l’importanza della celebrazione eucaristica come cuore della vita cristiana.
Ma come riconoscere davvero questo ‘cuore’, se il nostro mondo ci invita all’autocelebrazione e che ha messo al centro l’uomo come consumatore? “Il nemico di oggi – ha detto – non è una ideologia, ma siamo noi stessi: incapaci di gioire, di riconoscere e ascoltare la ‘bella notizia’, per esserne poi annunciatori”.
La liturgia è il luogo privilegiato in cui si sperimenta la presenza di Dio, in cui si entra in comunione con Lui e con i fratelli e se andiamo in Chiesa siamo chiamati a mangiare dell’unico Pane spezzato, ad unirci alla croce di Gesù e a vivere il dono della sua vita.
“Essere cristiani – ha proseguito Mons. Poggi – è un dono che si accoglie e il Signore ha bisogno non di essere riconosciuto ma che noi ci facciamo simili a Lui”.
Celebrare l’Eucaristia è imparare a farci dono ed è importante partecipare pienamente, consapevolmente e attivamente, sacerdoti e laici, per vivere meglio il mistero celebrato.
‘Andare a Messa’ non è semplicemente un’azione rituale, ma un’esperienza viva di incontro con Cristo, che trasforma i credenti e li rende testimoni del suo amore nel mondo.
L’Eucaristia non solo il memoriale della Pasqua, ma anche il motore dell’evangelizzazione. Essa si realizza – ha concluso Don Marino – nell’autenticità delle celebrazioni e nell’unità del popolo di Dio, che è “lievito” e “luce” nel mondo per diffondere il messaggio del Vangelo.