Migranti, mondo del lavoro, famiglia: sono i tre “luoghi”, indicati ieri sera da Papa Francesco aprendo i lavori dell’assemblea generale dei vescovi italiani in Vaticano, che questa mattina il presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco ha ripreso nel suo intervento nell’aula del Sinodo. Temi tutti “sensibili”, sui quali il Papa aveva particolarmente insistito, esortando l’episcopato italiano a un coraggioso coinvolgimento, pena il rischio di divenire “irrilevanti”. E la risposta del cardinale è stata all’altezza di questo invito. Parlando dei migranti, ha subito notato che “sotto i nostri sguardi si consuma l’esodo di popoli che guardano a noi come alla terra promessa: pur di giungervi, non esitano a mettersi nelle mani di mercanti di morte. A fronte di quanto sta accadendo – sciagure e drammi rispetto ai quali nessuno può rimanere indifferente – non basta l’indignazione occasionale. La nostra gente – ha proseguito – lo sa e risponde con la generosità del cuore”. Ha voluto anche offrire un pubblico riconoscimento alle strutture caritative quali parrocchie, Caritas, Migrantes, associazioni che offrono “un’accoglienza semplice e cordiale, fatta di gesti concreti”, una testimonianza che da sola supera “le paure ingiustificate” davanti all’arrivo di migranti. Ha anche avuto parole quasi di “rimprovero” per l’Europa che – ha detto – “se vuole presentarsi come ‘casa comune’, e non un insieme d’interessi dove chi è più forte prevale, non può tirarsi indietro e guardare infastidita”.
La gente impoverita dalla mancanza di lavoro. Quanto al secondo “luogo” indicato dal Papa, quello del lavoro, il cardinale ha notato come “la congiuntura economica di questi anni abbia impoverito drammaticamente tanta gente, rubandole la dignità e rendendola bisognosa anche del pane quotidiano”. L’esito è che “nel nostro Paese sta congelando un’intera generazione e desertifica la società dai giovani”, ha poi notato lanciando un appello “a chi ne ha la possibilità di tornare a investire con coraggio, accettando di affrontare i rischi di questa stagione, senza attendersi – specie nel breve tempo – grandi ritorni”. A questo riguardo ha aggiunto “che siano reali, efficaci e veloci le misure di agevolazione fiscale agli imprenditori disposti a coinvolgersi per creare lavoro”.
Famiglia garante della stabilità sociale. Parole coraggiose, da parte del cardinale, anche sul terzo “luogo” indicato dal Papa, quello della famiglia. È nota la posizione del presidente della Cei: è grazie alla famiglia – ha detto – se “anche in questi anni sofferti, il tessuto sociale mantiene una propria stabilità”. “Essa genera quel ‘capitale umano’ senza il quale non solo non vi è possibilità di benessere, ma – prima ancora – di società e di futuro”, ha aggiunto, “costituendo un incalcolabile fattore di risparmio per lo Stato; ma, ancor prima e più ancora, in essa ognuno ritrova valori, fiducia e coraggio per portare la vita”. Quindi la politica ha il dovere di sostenerla, rendendone “meno gravosa la formazione” e non va “messa sotto scacco da una cultura insistente e monocorde, che pretende di ‘ridefinire’ il volto stesso dell’amare favorendone la fragilità”, col rischio di “sciogliere la persona dentro a rapporti liquidi e insicuri”.
Scuola ed educazione, no al gioco d’azzardo. Verso la conclusione del suo intervento, il cardinale ha poi toccato i temi della scuola, richiamando il grande incontro con il Papa del 10 maggio in piazza San Pietro e il servizio al Paese svolto dalla scuola cattolica che – ha notato – dovrebbe essere “giustamente riconosciuta e sostenuta”. Sul gioco d’azzardo ha poi affermato che esso “guarda specialmente al mondo giovanile come a un pascolo succulento” e “consuma molto di più di quanto porti alle casse dello Stato, basti pensare alla disintossicazione da questa dipendenza”. Ha voluto poi aggiungere “il danno che ne deriva da una concezione della vita e dei rapporti sociali in termini di scommessa anziché di quotidiano, onesto lavoro”. Infine, alcuni pensieri sugli statuti Cei in via di definizione (se ne parla in assemblea in questi giorni) e sugli “Orientamenti per l’annuncio e la catechesi”, anch’essi all’ordine del giorno. Da ultimo ha chiesto di accompagnare con la preghiera l’imminente viaggio del Papa “nel suo significativo pellegrinaggio ad Amman, Betlemme e Gerusalemme”, carico come è di attese per la delicata situazione mediorientale.
Balcani, Turchia e Nigeria. Nella continuità dei discorsi del cardinale, c’è sempre stata una carrellata sui temi di più stringente attualità. Così anche in questa occasione, Bagnasco ha parlato di eventi drammatici quali le gravi inondazioni nei Balcani, le vittime nella miniera in Turchia, il rapimento delle studentesse in Nigeria, sottolineando poi la persecuzione contro i cristiani, che “continua indisturbata in molte parti del mondo”. A questo riguardo ha chiesto che la comunità internazionale “trovi voce forte e metta in campo azioni concrete per esigere che si ponga fine a questa vergognosa e pervicace inciviltà”.
Riportiamo il testo integrale del discorso pronunciato martedì 20 maggio
dal Cardinale Bagnasco all'Assemblea dei Vescovi Italiani, dopo l'intervento di lunedì 19 maggio di Papa Francesco.
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