Il Cardinale Bagnasco al pellegrinaggio alla Guardia del mondo del lavoro: “Genova non è morta, ma certamente malata!” – SCARICA IL TESTO DELL’OMELIA e GUARDA L’INTERVISTA AL CARD. BAGNASCO

Il mondo del lavoro ancora una volta è salito al Monte Figogna per chiedere l’intercessione della Madonna della Guardia per i tanti problemi che lo affliggono: i giovani che non riescono a trovare un’occupazione e di conseguenza a crearsi una famiglia, tanti adulti che perdono il lavoro e si ritrovano a non sapere da dove ricominciare; la povertà che avanza e sconvolge la vita con pesanti ripercussioni dal punto di vista psicologico.
Insieme alle tante associazioni cattoliche che si occupano di sostegno al lavoro, in questa occasione sono salite in pellegrinaggio alla Guardia le società operaie di mutuo soccorso di tutta la Liguria, con le loro bandiere.

In questo anno giubilare i membri di associazioni e SOC hanno attraversato la Porta Santa del santuario. La mattinata di preghiera e condivisione è iniziata alla cappella dell’Apparizione da dove è partita la processione con la recita del Rosario, guidata dal Cardinale Bagnasco insieme a Mons. Luigi Molinari e don Gianpiero Carzino.
Erano presenti il prefetto Fiamma Spena, numerose autorità in rappresentanza della Regione Liguria e del Comune e numerosi sindaci del territorio.
A portare il saluto all’Arcivescovo prima della recita del Rosario è stato Alberto Rigo, presidente della Federazione Operaia Cattolica Ligure.

Dopo aver attraversato la Porta Santa, con una suggestiva processione che ben rappresentava un’unità di preghiera per il mondo del lavoro così in difficoltà a Genova e in tutta Italia, in un santuario letteralmente gremito il Cardinale Bagnasco ha celebrato la Santa Messa. Al termine la fotografia sul piazzale del santuario e le continue strette di mano dell’Arcivescovo con i tanti fedeli del mondo del lavoro. Una mattinata di preghiera e condivisione per affidare a Maria le preoccupazioni per il lavoro, nella logica di quella comunità di intenti che il Cardinale ha sottolineato nella sua omelia, accorata e ricca di spunti, corredata da dati purtroppo molto negativi sulla situazione italiana. Con un appello intenso per la sua Genova che – ha detto – “non è morta, neppure moriente, ma è certamente malata”. Lo ha detto con forza e chiarezza collocando la situazione genovese in un ambito nazionale che ne rispecchia le negatività: “… la fascia tra i 15 e i 24 anni in cerca di lavoro è prossima al 40% contro il 22% della media europea: in termini percentuali siamo gli ultimi subito prima della Bulgaria … La povertà assoluta investe 1,5 milioni di famiglie, per un totale di 4 milioni di persone, il 6,8% della popolazione italiana”. Per contro c’è chi silenziosamente ogni giorno viene incontro alle necessità di chi ha bisogno: la Chiesa agisce grazie al volontariato di tante persone che mettono al servizio degli altri il loro tempo e le loro competenze senza pretendere nulla in cambio: “Nello scorso anno la Chiesa italiana ha dispensato più di 12 milioni di pasti grazie a moltissimi volontari delle parrocchie e associazioni, e grazie anche all’otto per mille. Senza contare tutte le altre attività di carattere sociale, educativo, per i bisognosi. La Chiesa non vuole medaglie, è onorata di servire la gente, perché l’annuncio di Gesù chiede che sia testimoniato dalle opere”. Il gioco d’azzardo è un piaga che acutizza la crisi odierna delle famiglie, mettendone a dura prova la stabilità economica ma anche psicologica. Nonostante la legge abbia stabilito che le slot machine debbano ridursi del 30% in italia nei prossimi quattro anni, in realtà continuano ad aumentare…: “La ricaduta sociale della ludopatia è devastante per i singoli, le famiglie, la società intera” – ha detto ancora il Cardinale sottolineando come questa tendenza distruttiva contagi anche Genova.

Qual è allora la soluzione? L’Arcivescovo ha invocato un miracolo che sia soprattutto nel cuore e nella mente di tutti: “In concreto, c’è il bisogno del miracolo di unità di intenti e di voce. Ricordiamo che il meglio è nemico del bene, e che non esiste un progetto perfetto; continue discussioni, ripensamenti, rimandi, portano alla paralisi, fanno perdere opportunità concrete, alimentano nel paese l’immagine di una comunità poco affidabile perché divisa e litigiosa”.
Un miracolo che deve essere accompagnato da quella che il Cardinale ha definito la ‘cultura della consultazione’ che deve diventare stile: “Con la necessaria discrezione e nel rispetto reciproco, infatti, istituzioni, organismi, esperti… possono portare contributi di idee utili a tutti. La sintesi responsabile diventa più ricca e motivata, e quindi più accolta e efficace”.
Un intervento chiaro che ha fornito anche alcune indicazioni pratiche per affrontare le problematiche legate al mondo del lavoro; i tanti fedeli si sono uniti alle preoccupazioni dell’Arcivescovo e hanno posto sotto lo sguardo di Maria Madonna della Guardia la citta di Genova che “non deve essere spogliata ma rivestita di bellezza e di forza: la sua dignità si misura anche sul suo lavoro”.  GUARDA LA FOTOGALLERY

 Laura Ferrero
 
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