Giovedì 29 marzo in Cattedrale l’Arcivescovo ha presieduto la S. Messa Crismale, concelebrata da Mons. Martino Canessa, Vescovo Emerito della Diocesi di Tortona, da Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare, da Mons. Marco Doldi, Vicario Generale e dai presbiteri e religiosi della Diocesi, i quali, durante la celebrazione, hanno rinnovato le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione sacerdotale. Il Cardinale ha anche consacrato gli Olii Santi: il Crisma, l'olio dei catecumeni e l'olio degli infermi.
Nell’omelia l’Arcivescovo, rivolto ai sacerdoti, li ha invitati a non rinunciare di stare con Gesù: “Aiutiamoci – ha detto – a tornare al Roveto eucaristico, a stare davanti a Lui: davanti a Lui insieme, come Confratelli, davanti a Lui come amanti di Chi ama ciascuno come fosse unico”.
Li ha poi esortati a seguire lo Spirito “per andare là dove il Signore vuole”: seguire richiede umiltà e ascolto “per essere là dove Lui ci chiama”. Viviamo in un’epoca dove impera il secolarismo, dove il Cristianesimo sembra ‘moribondo’: allora Gesù “ci interroga – ha proseguito l’Arcivescovo – perché non ci dimentichiamo mai che la Chiesa cresce dall’interno verso l’esterno e non viceversa”. E ciò richiama innanzitutto l’intima comunione con Cristo. “La fede è il nuovo che avanza. E allora voi non siete gli uomini del passato – ha concluso – ma i Pastori del futuro: le vostre comunità sono già il domani, la promettente luce dell’alba”.
Al termine della celebrazione l’affidamento a Maria Regina di Genova con la recita della preghiera ai piedi della statua posta al centro del presbiterio.
Leggi il testo integrale dell’omelia dell’Arcivescovo
Nell’omelia l’Arcivescovo, rivolto ai sacerdoti, li ha invitati a non rinunciare di stare con Gesù: “Aiutiamoci – ha detto – a tornare al Roveto eucaristico, a stare davanti a Lui: davanti a Lui insieme, come Confratelli, davanti a Lui come amanti di Chi ama ciascuno come fosse unico”.
Li ha poi esortati a seguire lo Spirito “per andare là dove il Signore vuole”: seguire richiede umiltà e ascolto “per essere là dove Lui ci chiama”. Viviamo in un’epoca dove impera il secolarismo, dove il Cristianesimo sembra ‘moribondo’: allora Gesù “ci interroga – ha proseguito l’Arcivescovo – perché non ci dimentichiamo mai che la Chiesa cresce dall’interno verso l’esterno e non viceversa”. E ciò richiama innanzitutto l’intima comunione con Cristo. “La fede è il nuovo che avanza. E allora voi non siete gli uomini del passato – ha concluso – ma i Pastori del futuro: le vostre comunità sono già il domani, la promettente luce dell’alba”.
Al termine della celebrazione l’affidamento a Maria Regina di Genova con la recita della preghiera ai piedi della statua posta al centro del presbiterio.
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