Sabato 27 giugno il Cardinale Bagnasco ha voluto salutare anche in particolar modo i giovani, con una Santa Messa in Cattedrale, organizzata e animata dalla consulta diocesana di Pastorale Giovanile e in particolar modo dal coro del Movimento Liturgico Giovanile, a cui ha potuto partecipare una rappresentanza di duecento ragazzi e ragazze di tutta la diocesi – tutti hanno potuto comunque seguirla in streaming grazie alla diretta realizzata dall’Ufficio Comunicazioni Sociali diocesano.
Alla Messa è seguito anche un piccolo momento di festa in piazza san Lorenzo, per scambiarsi più da vicino qualche saluto e qualche piccolo pensiero o regalino, mangiandosi tutti insieme un buon gelato, come nelle più belle sere d’estate insieme, riguardando qualche fotografia o leggendo insieme qualche bigliettino e qualche intenzione di preghiera raccolti l’occasione.
E proprio come un padre affettuoso, seppur in partenza, che voglia dare un ultimo esempio per aprirci un po’ il cuore, sabato ci ha lasciato un altro po’ di sé raccontandoci della sua infanzia e della sua crescita, della scoperta della vocazione e della scelta di entrare in seminario in giovane età durante gli anni del ginnasio, dei suoi studi, dei primi incarichi ricevuti nella sua vita pastorale, in parrocchia e nell’insegnamento.
Un esempio e una testimonianza di vita per raccomandarci un’ultima volta che “la vita è dono meraviglioso di Dio, non può essere giocata male senza pensare con la propria testa, senza lanciare il cuore in alto. (…) Esistono altezze che neppure potete immaginare, ma che l’anima può raggiunge e che vi aspettano”. Ancora una volta ci ha dunque incoraggiato verso quel mistero che fa parte della nostra vita e che ci può portare a quelle mete ancora inimmaginabili se solo siamo docili nel lasciarci guidare dal Signore, nel lasciare che i nostri carismi piano piano germoglino, crescano e fioriscano, – non importa se è una scelta inusuale, non importano i giudizi degli altri – puntando in alto senza accontentarci delle mezze misure e avendo il coraggio di non arretrare davanti all’immensità della bellezza di una vita spesa per Gesù.
Di nuovo ci ha lasciato un ultimo consiglio, nell’ammonirci a non dimenticarci mai di domandare ai nostri sacerdoti due cose fondamentali per il nostro cammino: il dono della confessione per chiedere il perdono dei nostri peccati “con il ginocchio piegato davanti a Dio”, sacramento che non solo ci ricorda che siamo tutti peccatori, ma che proprio nel nostro peccato ci fa riscoprire il dono della redenzione, e l’accompagnamento spirituale per crescere nella via della fede e della verità, della vita cristiana e della santità.
La via che ci porta a quelle mete alte, a quelle cime splendenti dove la terra tocca il cielo.
Francesca Marrollo
Il testo integrale dell’omelia del Cardinale Bagnasco
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