Giovedì 11 maggio al Santuario di N.S. della Guardia il Cardinale Arcivescovo ha guidato la tradizionale giornata della santificazione sacerdotale. In questa occasione si festeggiano i sacerdoti che nell'anno raggiungono i 25, 50, 60, 65, 70 anni di ordinazione sacerdotale. Tra i festeggiati Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare, che ha ricordato i suoi 25 anni di sacerdozio.
Dopo la processione dalla cappella dell'Apparizione fino al Santuario, il Cardinale ha presieduto la S. Messa alla presenza di sacerdoti e religiosi e anche di un nutrito gruppo di laici.
Durante la celebrazione, i seminaristi Enrico Litigio e Thivanka Karunaratne hanno ricevuto rispettivamente il ministero dell’accolitato e del lettorato.
Nell'omelia il Cardinale Arcivescovo ha invitato i sacerdoti ad essere pastori umili: “Solo chi è umile è capace di amare veramente – ha detto – poiché l’amore è conoscenza degli altri, ma non sovrapposizione e possesso”. “Non si possiede la Chiesa – ha proseguito – non si dispone di lei a piacimento o a capriccio, la si ama e la si serve con i volti che il grande pastore, Cristo, ci mette sulla strada senza che noi dobbiamo scegliere”.
“Allora le fatiche del ministero – ha concluso – la ripetizione dei doveri, gli acciacchi degli anni, non diventeranno un luogo comune, monotono, grossolano, ma saranno luoghi di sorpresa, perché racchiudono Dio che passa e visita le nostre anime per lasciarci un dono”.
Dopo la processione dalla cappella dell'Apparizione fino al Santuario, il Cardinale ha presieduto la S. Messa alla presenza di sacerdoti e religiosi e anche di un nutrito gruppo di laici.
Durante la celebrazione, i seminaristi Enrico Litigio e Thivanka Karunaratne hanno ricevuto rispettivamente il ministero dell’accolitato e del lettorato.
Nell'omelia il Cardinale Arcivescovo ha invitato i sacerdoti ad essere pastori umili: “Solo chi è umile è capace di amare veramente – ha detto – poiché l’amore è conoscenza degli altri, ma non sovrapposizione e possesso”. “Non si possiede la Chiesa – ha proseguito – non si dispone di lei a piacimento o a capriccio, la si ama e la si serve con i volti che il grande pastore, Cristo, ci mette sulla strada senza che noi dobbiamo scegliere”.
“Allora le fatiche del ministero – ha concluso – la ripetizione dei doveri, gli acciacchi degli anni, non diventeranno un luogo comune, monotono, grossolano, ma saranno luoghi di sorpresa, perché racchiudono Dio che passa e visita le nostre anime per lasciarci un dono”.