Ospitati dalla Comunità di Sant’Egidio nella Basilica dell’Annunziata presso la “Sala Frate Sole”, nel tardo pomeriggio di martedì 21 gennaio, si è svolto un incontro di riflessione sul tema: “Credi tu questo? Dal Concilio di Nicea a oggi”.
La cornice è l’inizio della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani (SPUC) 2025 ricordando i 1700 anni dalla formulazione del Credo Niceno. Due i relatori che hanno aiutato a sviluppare questo argomento: la Pastora Lidia Maggi e Mons. Franco Buzzi.
La prima, con una spiegazione del brano biblico di riferimento della SPUC 2025 cioè la risurrezione di Lazzaro; il secondo con una riflessione sul testo del Simbolo di Nicea. La Pastora Battista si è soffermata sulle parole che, nel testo evangelico, Marta dice a Gesù. Essa confessa la sua fede nel Dio della vita in un momento di morte.
La relatrice ha poi sottolineato che lo stesso Gesù aiuta Marta a capire che egli è il Dio della vita e in questo modo dona a noi oggi come degli anticorpi che ci servono per non usare la fede come marcatore di differenza. Questi sono innanzitutto capire che la risurrezione deve riguardare la nostra esistenza oggi. Secondariamente la consapevolezza che siamo in cammino e che di conseguenza facciamo sempre più nostra la professione di fede.
Infine ha rimarcato l’importanza di intendere il dialogo come conseguenza del riconoscere che, grazie agli altri, si può guardare la fede da prospettive differenti. Franco Buzzi, sacerdote di Milano e grande conoscitore di Lutero, si è invece soffermato sul contenuto del Credo redatto a Nicea nel 325. Inizialmente ha analizzando l’ambiente culturale e sociale in cui è stato scritto per poi ricordare che il credo cristiano si può considerare un “discorso breve”, come testimonia 1Cor 12,3. La professione di fede, invero, vuole stabilire la direzione giusta da seguire e in questo modo ha dato inizio alla teologia. Infatti, si crede per conoscere.
Una tale confessione di fede deve diventare una confessione di vita. Per cui l’affermazione di Gesù in Gv 11,26: “Credi tu questo?”, si può tradurre con: “Vivi questo?”. L’ex Prefetto della Biblioteca Ambrosiana ha terminato rimarcando che nel credo si professa la risurrezione della carne e che questa è come il compendio totale di ogni speranza umana e motivo della creazione dell’uomo. Il folto numero di convenuti ha apprezzato lo stile approfondito e il linguaggio preciso dei due relatori confermando la necessità di alcuni momenti di riflessione che diano occasione di pensare insieme la fede comune.
don Gabriele Bernagozzi
Delegato Diocesi di Genova
per l’Ecumenismo e Dialogo Interreligioso
IL VIDEO DELLA CONFERENZA