Alla presenza del Sindaco di Genova Marco Bucci e del Presidente del Centro Culturale Primo Levi Alberto Rizzerio, nella cornice della Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, domenica 10 dicembre è avvenuta la consegna del Premio Internazionale Primo Levi a Maria Agnese Moro per il suo impegno nell’ambito della giustizia riparativa. Sono intervenuti nella cerimonia Davide Assael presidente dall’associazione Lech Lechà e Claudia Mazzucato docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Di cosa si interessa la giustizia riparativa? “La giustizia riparativa si occupa dell’irreparabile”. Questa è la definizione che Agnese Moro ha dato della giustizia riparativa o rigenerativa che ha lo scopo di affrontare il trauma per ricomporre l’armonia, rielaborare il reato per cercare il giusto, ponendosi le domande che la giustizia penale non può e non vuole affrontare. In altre parole la giustizia riparativa, che non intende prendere il posto di quella penale, avvicina chi ha commesso un reato con chi l’ha subito aprendo percorsi di ricomposizione che aiutano il reo a rendersi conto di ciò che ha commesso e la vittima a non scivolare nel pericoloso vortice dell’odio. Per riassumere si potrebbe utilizzare il lemma ebraico “teshuvah” tradotto con “pentimento” anche se il suo significato è molto più profondo perché indica un cammino di avvicinamento dove le due parti riconoscono che il dolore ha toccato entrambe. Il tema della giustizia riparativa non dovrebbe lasciare indifferente il cammino ecumenico perché suggerisce una strada di ricomposizione nella verità, indicando nella parresia un valido strumento di reciproca conoscenza dove, oltre a custodire ciò che unisce, si affronta anche ciò che ancora separa. Anche il dialogo interreligioso può desumere dal metodo della giustizia rigenerativa linee guida per continuare un cammino franco ed efficace.
don Gabriele Bernagozzi
Delegato Diocesi di Genova per l’Ecumenismo e Dialogo Interreligioso