Ministero del catechista: il Rito di istituzione

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“In forza dell’autorità apostolica istituisco il Ministero laicale del Catechista. La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti provvederà entro breve tempo a pubblicare il Rito di Istituzione del Ministero laicale di catechista. Invito dunque le Conferenze Episcopali a rendere fattivo il Ministero di catechista, stabilendo l’iter formativo necessario e i criteri normativi per potervi accedere…” Così ha scritto Papa Francesco negli ultimi paragrafi del Motu Proprio “Antiquum Ministerium” dato a Roma il 10 maggio 2021.

Il 13 dicembre 2021 la suddetta Congregazione ha pubblicato l’Editio Typica latina del Rito di Istituzione e contestualmente la Lettera di accompagnamento ai Presidenti delle Conferenze Episcopali, in cui si propongono alcune note “sul Ministero del catechista, sui requisiti necessari, sulla celebrazione del Rito di Istituzione”.

La Lettera precisa che il Ministero è un servizio reso alla Chiesa secondo le necessità stabilite dal Vescovo del luogo e svolto in modo laicale e conferito una sola volta secondo tempi di durata stabiliti in base al luogo di appartenenza del candidato e secondo le esigenze pastorali presenti in esso. Si precisa anche che il termine catechista “indica realtà differenti” relativamente al contesto ecclesiale nel quale viene usato. Infatti il catechista nelle terre di missione si differenzia da quello delle nostre realtà di antica tradizione; e così il catechista che si dedica solo all’annuncio nell’iniziazione cristiana si differenzia da quello che svolge, per mancanza di presbiteri o diaconi, compiti pastorali come guida alla preghiera liturgica domenicale, assistenza ai poveri e malati, celebrazione delle esequie… Pertanto, conclude la Lettera, che “non tutti coloro che vengono chiamati catechisti…devono essere istituiti ministerialmente”. È infatti sufficiente che, all’inizio di ogni anno pastorale, “ricevano un pubblico Mandato ecclesiale con il quale viene loro affidata tale indispensabile funzione”. I requisiti che Papa Francesco evidenzia nel Motu Proprio dover essere propri del candidato al Ministero, sono quelli stessi del catechista “mandato” che opera nelle nostre parrocchie; è differente dunque solo il contesto ecclesiale del servizio e le necessità apostoliche che in esso sono presenti, secondo il discernimento dei pastori locali. Identico è il fondamento: “la comune condizione di battezzato e il sacerdozio regale ricevuto nel sacramento del Battesimo”. Il Rito Liturgico di istituzione “De istituzione catechistorum” promulgato dalla Sede Apostolica è officiato dal Vescovo durante una Messa o una Celebrazione della Parola e potrà essere adattato dalle Conferenze Episcopali in relazione al ruolo che assumeranno i catechisti in quella realtà ecclesiale.

Maria Galizia Sanna