Mercoledì 24 giugno, Solennità di San Giovanni Battista, il Card. Angelo Bagnasco ha celebrato la S. Messa in San Lorenzo alle ore 10.30. Tanti i fedeli che si sono radunati intorno all'arca con le urne del Santo Patrono.
Nell'omelia l'Arcivescovo ha detto che celebrare ogni anno il Patrono è motivo di festa e di gioia, ma anche di riflessione: “Genova ne conserva le ceneri e ne è onorata, ma sa che le incombe il dovere di imitarlo”. L'origine della testimonianza del Battista è la fede, la sua forza è la fede, la sua limpidezza e la sua tenacia sono quelli della sua fede.
Rivolgendosi alla comunità dei fedeli e a tutta la Diocesi di Genova, il Cardinale ha detto: “Le nostre fatiche, le tiepidezze o le incoerenze di cristiani derivano da una fede languida, poco pregata, che non scalda il cuore”. La tradizione dell'Italia, con le sue 225 Diocesi, è quella di avere “le chiese sulle strade, in ogni paese e contrada”, con i pastori che stanno accanto al popolo per condividerne gioie e preoccupazioni, offredo “aiuto di accoglienza e ascolto, di parola e di opera”. Di fronte a questa tradizione i cristiani non possono assistere alla finestra, indifferenti o indolenti: “sempre e ovunque si può fare meglio e di più – anche in famiglia”. Stare a guardare, ha detto ancora l'Arcivescovo, non fa crescere né la comunità né noi stessi.
L'esempio di San Giovanni Battista è quindi quello di una fede più forte e convinta, custodita e coltivata con la preghiera, i sacramenti e le opere di misericordia: “Insieme come segno di unità e amore, portatori della gioia del Vangelo, samaritani di speranza perchè messaggeri di Cristo”, ha concluso il Cardinale Bagnasco.
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