Il cammino sinodale al centro dei Corsi del “Didascaleion”

Martedì 16 novembre presso la Sala Quadrivium sono iniziati i corsi del Didascaleion, con la prolusione di don Gianfranco Calabrese, Vicario Episcopale per l’annuncio del Vangelo e per la missionarietà e docente di Ecclesiologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale – Sezione di Genova.
“La Chiesa di Dio è convocata in Sinodo”. L’affermazione di Papa Francesco è stata scelta come titolo dell’intero corso e della prolusione inaugurale
Innanzitutto don Calabrese ha voluto chiarire alcuni aspetti del tema, per evitare ambiguità e fraintendimenti. Fondamentale è la distinzione tra sinodalità che dice il modo di essere della chiesa fin dal suo inizio, e sinodo, che è uno strumento tra i tanti per vivere la sinodalità.
E’ stato poi chiarita la differenza tra comunione – elemento essenziale: è la vita di Dio donata alla Chiesa – e la sinodalità, che vive la comunione nella sua dimensione storica “camminando insieme”. Ovviamente non si tratta di contrapporle: la Chiesa esiste per vivere la stessa comunione di Dio, la sinodalità ne esprime l’aspetto dinamico, è la prova della comunione nella storicità del cammino.
Fondamentale infine ricordare che la sinodalità è una dimensione teologica, irriducibile alle dimamiche sociologiche e politiche.
Sono stati poi considerati i fondamenti della sinodalità: innanzitutto si tratta di un dono, una chiamata a camminare che Dio fa, si cammina insieme perché si è attratti dall’amore.
Se si tratta di una vocazione, di un’attrazione, l’ascolto è fondamentale, e si tratta di un ascolto della storia nella fede (discernimento spirituale). Si tratta di ascoltare tutti, consapevoli del valore del sensus fidelium, perché se la fase della decisione spetta ai vescovi, il decidere senza aver ascoltato è un peccato.
Questa dimensione dell’ascolto dà valore anche all’apporto delle minoranze, riconosce la presenza di Dio nella storia, ci fa riconoscere che la sinodalità trascende la democrazia, anzi fornisce elementi alle democrazie stesse per superare l’impasse di un metodo che può condurre alla “dittatura della maggioranza”, quando non si è più capaci di ascoltare tutti.
“Per camminare bisogna innanzitutto decidere di camminare insieme, rispettando ogni figura”: sinodalità è un’educazione a questo camminare insieme.
Bisogna avere rispetto dell’ultimo e attenzione degli uni per gli altri, coltivando la capacità di relazione.
E’ richiesto però un ordine: sinodalità non cancella la necessità della gerarchia che custodisce l’armonia delll’insieme, il bonum totius ecclesiae. La sinodalità infine richiede una prospettiva chiara ed escatologica: è il popolo messianico in cammino che vive già l’eskaton, la presenza del Cristo risorto, per cui la meta è presente nell’oggi attraverso la Parola e la celebrazione.
Due elementi conclusivi: il Concilio Vaticano II ci dà la prospettiva di partire da ciò che ci unisce, e quindi tutti hanno pari dignità nella Chiesa, in quanto figli di Dio.
Anzi, fondamentale è anche l’ascolto dei non battezzati e dei non credenti perché tutti creati a immagine e somiglianza di Dio e siamo da loro interpellati proprio nel nostro essere Chiesa, “assemblea convocata nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

I corsi continueranno il lunedì alle 17.15 in presenza presso la struttura del Quadrivium (con ingresso da Piazza Corvetto) e saranno disponibili in differita sul canale youtube de Il Cittadino www.youtube.com/ilcittadinotv.

 

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