La seconda conferenza di Cattedrale Aperta ha aperto una riflessione sul centro storico della città tra problematiche, ma anche progetti di sviluppo e volontariato. A parlare di ciò che il Comune sta pensando di realizzare per quest’area il sindaco Marco Bucci, il cui intervento è stato preceduto da un’analisi approfondita sulle attività portate avanti dalla Caritas Diocesana proposta dall’operatrice Monica Boccardo, che in centro stroico vive e lavora; inoltre, la testimonianza di padre Rinaldo Resecco, parroco di San Sisto di Prè. Monica Boccardo si occupa in particolare dei centri di ascolto (che sono in totale 34 tra vicariali e parrocchiali) e dello sportello di accoglienza della Caritas, ovvero il ‘Centro di ascolto diocesano’ che nel 2020 ha accolto 3500 persone, una cifra spaventosa che dà il segnale di quanta sofferenza, povertà e fatica ci siano in questo territorio.
Grazie all’impegno di tanti volontari che affiancano il lavoro di Monica, ogni giorno vengono ascoltate nei cosiddetti ‘colloqui’ persone con difficoltà economiche, persone o intere famiglie senza fissa dimora, donne vittime di violenza o di tratta, stranieri richiedenti asilo, persone con dipendenze, giovani che per vari motivi si sono allontanati dalle famiglie. La principale richiesta è quella di avere un lavoro, sono tutte persone in cerca di dignità e soprattutto di qualcuno che li ascolti senza giudizio e senza voler insegnare niente a nessuno. Tramite lo sportello vengono date informazioni sui dormitori, le docce, gli ambulatori del territorio in modo da trovare un posto per ciascuno che ne faccia richiesta, e nei casi di emergenza il centro provvede almeno a fornire coperte e cibo per la notte. Il Centro collabora con i servizi sociali del Comune e ha dalla sua una rete di benefattori che rendono possibile un aiuto costante.
“A Genova ci sono ospitalità organizzati sia dalla Chiesa sia dal Comune – ha detto la Boccardo -; certamente il periodo invernale è il più pesante, le richieste aumentano a volte a malincuore siamo costretti a dire di no a qualcuno, ma grazie comunque al lavoro del Comune e dei volontari si riesce a garantire in inverno circa sessanta posti letto in più che fanno la differenza; in questo anno di emergenza sanitaria la nostra paura più grande è stata quella di non trovare volontari e invece la risposta è stata favolosa. Tutti gli operatori dello sportello sono già operatori in altri enti diocesani, è una nostra scelta e caratteristica perché tutti insieme vogliamo rappresentare ed essere il volto della Chiesa genovese che si prende cura”. La Boccardo ha annunciato al termine del suo intervento che nel centro storico nascerà a breve ‘Casa Betania’, un luogo di accoglienza per vittime di violenza che può ospitare fino a 4 donne che decidono di uscire da situazioni di sfruttamento. Una buona notizia per la vita e lo sviluppo del centro storico. Padre Rinaldo Resecco ha portato la sua discreta testimonianza di sacerdote del centro storico, in una delle zone sicuramente più difficili, richiamando alla pazienza e alla responsabilità e soprattutto alla fatica di accoglienza senza giudizio: “Il centro storico ha sicuramente tanti problemi – ha detto, ma non sono le persone il problema, perché in realtà sono spesso solo vittime di situazioni estremamente difficili. Nel centro storico si trovano tante contraddizione che riguardano l’intera società umana, come il fatto che le ricchezze siano concentrate nelle mani di pochi a fronte di una diffusa povertà di cui molti quotidianamente non hanno percezione. Si tratta di uno squilibrio radicato ormai nel cuore dell’uomo che ha una divisione da cui provengono tante discordie nella società. La buona volontà deve intervenire per attuare la solidarietà; Cristo è venuto per condividere il male dell’uomo ed è presente nelle difficoltà e problematiche del centro storico. Questa consapevolezza apre uno sguardo nuovo nei confronti del mondo.
È necessario portare avanti il servizio senza giudizio, facendo trasparire la gioia e la speranza al di là della fatica, sentendoci ‘Fratelli tutti’, come invita il Papa”. Il sindaco Marco Bucci, a fronte dei primi due interventi, ha presentato il piano che il Comune intende portare avanti per tutelare e valorizzare il centro storico illustrando innanzitutto alcuni dati: l’area del centro storico copre 97 ettari, di cui 54 sono costruiti; 25.000 i residenti di cui 6000 stranieri, quindi un 24%; si stima inoltre che altre 15.000 persone gravitino nel centro storico non residenti. Sono 14000 i nuclei famigliari e 9000 quelli costituiti da un solo componente. Infine, 13.000 gli alloggi su 54 ettari, con una concentrazione davvero altissima.L’obiettivo del Comune non è snaturare questo territorio, ma creare un luogo dove si può abitare, lavorare e anche trascorrere del tempo libero.
Il cosiddetto ‘Progetto Caruggi’ prevede un investimento complessivo di 140 milioni di euro, dei quali ad esempio 36 per progetti urbani di riqualificazione, 17 per interventi socio-educativi, 9 per la sicurezza. La lotta allo spaccio e alla delinquenza è uno degli obiettivi del progetto, cercando anche il modo per allontanare chi nel centro storico va a comprare e puntando alla creazione di attività commerciali agevolate, luoghi di aggregazione e nuovi alloggi che il Comunque acquisterebbe per poti concederli per affitti gratuiti per cinque anni per intraprendere nuove attività. Anche gli investimenti per l’illuminazione non sono trascurabili perché migliorando questo aspetto si favorisce l’occasione di aggregazioni pericolose. La prospettiva, anche secondo quanto detto da padre Resecco, è trovare anche la strada per togliere dal degrado le persone che spacciano o vanno a comprare la droga, in un percorso di riqualificazione anche umana, facendo in modo di creare lavoro nel centro storico, magari con la creazione di scuole specifiche: “Non è vero che non c’è lavoro, perché ci sono alcuni mestieri per i quali si fa fatica a trovare persone disponibili, un esempio è la categoria dei fornai che non si riescono a trovare. Quindi il tema del recupero delle professioni è fondamentale – ha detto il sindaco – che ha, inoltre, sottolineato il ruolo fondamentale del volontariato che integra l’impegno degli organismi preposti del Comune portando avanti un efficace ‘lavoro di squadra’; se il Comune ha dalla sua investimenti e strumenti operativi, il volontariato offre servizi specifici alla persona, basati sull’incontro e la relazione personale, fatti con il cuore e autentico spirito di servizio.
Altro tema importante su cui lavorare è la cosiddetta ‘movida’ che, a parte questo periodo di chiusura forzata, deve essere ripensata per permettere al centro storico di popolarsi e vivere commercialmente ma senza creare problemi di residenzialità. L’investimento in questo senso nel progetto caruggi è di 7 milioni per creare quella che Bucci ha definito una ‘movida dispersa’ che non deve essere circoscritta solo in alcuni luoghi, creando quindi nuovi locali e punti di aggregazione e di socializzazione. Se dovessero arrivare i 400 milioni chiesti dal Comune per il recovery fund, il sindaco ha ipotizzato anche la creazione di un ‘commissario’ per il centro storico, formula che ha certamente portato i suoi frutti in altri ambiti come quello della ricostruzione del Ponte Morandi.
Laura Ferrero
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