14 agosto 2018. Sono passati tre anni da quel tragico giorno per Genova quando il Ponte Morandi alle ore 11.36 crollò portandosi via 43 vite innocenti.
La città da un anno ha un nuovo ponte sul Polcevera e a fatica un quartiere si sta rialzando, ma Genova non dimentica. Diverse le iniziative in programma per ricordare il 14 agosto 2018.
Dopo la fiaccolata del 13 sera e l’intititolazione del ‘ponte delle Ratelle’ alle vittime, sabato 14 agosto il giorno della memoria è iniziato con la S. Messa nella parrocchia della Certosa presieduta da Mons. Marco Tasca, Arcivescovo di Genova, e concelebrata dal parroco Don Gianandrea Grosso, dal Vicario territoriale Don Giuseppe Guastavino e da diversi sacerdoti del Vicariato di Rivarolo
Alla celebrazione erano presenti il ministro della Giustizia Marta Cartabia e quello alle Infrastrutture Enrico Giovannini, il Sindaco di Genova Marco Bucci e il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti. Tra i familiari delle vittime, i parenti di Luigi Matti Altadonna, Paola Vicini, la famiglia Bokrina, Emmanuel Diaz e la mamma e la famiglia Licata.
Nell’omelia, l’Arcivescovo rifacendosi al passo del Vangelo del giorno, ha sottolineato l’importanza della relazione anche nelle situazioni di prova e di difficoltà “Nella fatica – ha detto Mons. Tasca – il Signore Gesù ci invita a non chiuderci in noi stessi, e credo sia bello essere qui oggi insieme a testimoniare la ricerca di risposte a tante domande che ci sono”. “Penso alle famiglie – ha proseguito – e a tutte le persone che stanno soffrendo. Chiediamo insieme a Gesù di aiutarci in questa fatica, in questa grande difficoltà nel cercare risposte prendendoci cura gli uni degli altri”. È importante che chi sta soffrendo non si senta mai solo e senta che c’è qualcuno che tenta in tutti i modi di prendersi cura di lui. È necessario ricercare il dialogo e non lasciare nulla di intentato. L’Arcivescovo ha concluso la sua omelia ponendo la sua preghiera per intercessione di San Massimiliano Kolbe, francescano, morto nel campo di concentramento di Auschwitz, che si offrì di essere ucciso al posto di un padre di famiglia. “Egli ha dato la vita – ha detto Mons. Tasca – e ancora oggi ci insegna che solo l’amore regna e l’odio distrugge, solo se sapremo amare saremo vivi!”.
Alle 9.45 il via ai lavori nei palazzi di via Porro e via del Campasso non abbattuti e che diventeranno residenze per giovani e anziani e l’avvio dei lavori per la demolizione degli edifici del futuro Memoriale. L’architetto Stefano Boeri ha presentato il progetto alle autorità: “Ormai un anno e mezzo fa abbiamo visitato questo spazio, sono stati i familiari delle vittime a volere che fosse realizzato qui, dove c’era la pila 9. La forza delle macerie era già un invito a costruirlo qui”. All’inizio lavori erano presenti anche l’ex procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, il questore Vincenzo Ciarambino e il prefetto Renato Franceschelli.
A seguire, alla Radura della Memoria, la commemorazione delle 43 vittime con la deposizione delle corone di fiori, gli interventi dell’Arcivescovo, dell’imam Salah Hussein, del sindaco Marco Bucci, del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, del ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini, della ministra della Giustizia Marta Cartabia e di Egle Possetti, rappresentante dei parenti delle vittime.
In particolare, Mons. Tasca ha affermato che ritrovarsi insieme nell’anniversario è un segno molto importante, perché spesso si può cadere nel rischio che vada in onda la dimenticanza e l’oblio e si faccia l’errore di considerare poco quanto è accaduto. “Nessuno vuole dimenticare – ha detto l’Arcivescovo – e dobbiamo fare in modo che ci sia un’esatta puntualità conoscitiva di quanto accaduto e dobbiamo fare il possibile affinchè la verità possa emergere e orientare la consapevolezza di tutti”. Non dimenticare significa anche non permetterci il lusso di far finta di niente, ed è importante che tutto l’anno ci sia dedizione e attenzione a questa tragedia. “Impegniamoci tutti – ha proseguito – a tendere una mano a chi ha responsabilità istituzionali, ad avere fiducia e a dare uno sprone perché tutto sia portato alla luce del sole”. “Il più bel regalo che possiamo farci in questo doloroso anniversario – ha concluso Mons. Tasca – è quello di ascoltarci e prenderci cura uno dell’altro”.
Alle ore 11.36, nell’orario esatto del crollo di Ponte Morandi, il minuto di silenzio con il suono di tutte le sirene delle navi in porto e di tutte le campane dell’Arcidiocesi.