Quando si lavora insieme si possono raggiungere risultati che vanno ben oltre le aspettative. Un frutto del Congresso quello dell’impegno comune, del ‘fare rete’ che l’Arcivescovo ha sottolineato già durante nell’ultima fase di preparazione e che si è concretizzato in momenti di preghiera, condivisione e festa che, uno dopo l’altro, hanno trasmesso nuovo slancio per la Chiesa e la città di Genova.
Era chiara la consapevolezza che non poteva ripetersi la grandiosità dell’evento del 1923: troppe le differenze con il passato nel tessuto religioso e sociale. Ma per il programma e gli obiettivi che erano stati pensati, la soddisfazione di tutto il comitato organizzativo è forte e legittima.
Com’è nel carattere della nostra gente, Genova si è mostrata piano piano, senza troppi proclami, ma allargando gradualmente braccia e cuore, facendo conoscere la sua fede e devozione, i suoi luoghi di comunione, i tanti siti dove vive la carità e la solidarietà, i suoi splendidi tesori storico-artistici.
Dalle chiese del Centro Storico visitate durante gli itinerari organizzati per i delegati dall’Ufficio Beni Culturali in collaborazione con il Comune di Genova o raggiunte per la liturgia penitenziale o per ascoltare le catechesi dei Vescovi, alle ‘opere di misericordia’ visitate a piccoli gruppi: quasi cinquanta luoghi dove è stato possibile toccare con mano i tanti ambiti in cui la Chiesa genovese si fa prossima attraverso i suoi sacerdoti, i religiosi e le religiosi e i tantissimi volontari che dedicano tempo e competenze a chi è solo, diseredato, ultimo.
La suggestiva processione via mare ha mostrato il volto antico e moderno della città legata al mare: l’adorazione eucaristica è stato un momento di grande devozione, tanti i volti commossi dei fedeli genovesi nell’accogliere il Santissimo che piano piano si è fatto prossimo.
Momento dopo momento, il timore iniziale di non essere capaci di mostrare il volto migliore della fede e della vita della città si è allentato, grazie alla partecipazione dei genovesi, allo stupore e ai sorrisi dei delegati, all’arrivo dei Pastori delle Diocesi che hanno mostrato il volto gioioso della Chiesa italiana.
Si è rinnovato quel clima di sinodalità che ha caratterizzato le giornate del Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze del novembre 2015 e che a Genova ha trovato un naturale proseguimento grazie alle catechesi sulle ‘cinque vie’ che sono state condotte da alcuni Vescovi.
La fede semplice di delegati e genovesi si è espressa nella numerosa partecipazione alle liturgie penitenziali; tantissimi coloro che hanno voluto accostarsi al sacramento della penitenza e che hanno partecipato all’adorazione notturna nella chiesa di San Matteo.
Un’esplosione di gioia la serata di sabato 17 settembre dedicata ai giovani, organizzata in rete dalle pastorali giovanili delle diocesi liguri: musica, testimonianze di vita e di scelte improntate al ‘per sempre’ che oggi si fa fatica a scegliere ma che è l’unica strada per raggiungere la felicità autentica.
Il meteo sfavorevole ha soltanto sfiorato i diversi eventi: la Messa conclusiva in piazzale Kennedy, inaspettatamente sotto il sole, ha visto la partecipazione di 15000 fedeli. Trasmessa in diretta su Rai 1, ha racchiuso in sé alcuni tesori della fede genovese come la statua di N. S. della Guardia scesa tra i suoi devoti dal monte Figogna per questa occasione, e i ‘Cristi’ portati dalle confraternite, tradizione tutta ligure.
Il rumore del mare domenica mattina ha accompagnato la preghiera gioiosa di Genova che è apparsa unita, Chiesa e istituzioni civili insieme, per cercare insieme nell’Eucarestia il nutrimento per un nuovo slancio missionario che la renda più forte e più aperta.