Il legame tra Genova e la crociata è, in certo qual modo, strutturale. Caffaro, il decano dell’annalistica genovese, non esita a coniugare il sorgere della “compagna” – e, cioè, di quell’organismo dai labili tratti pattizi e istituzionali dal quale sarebbe scaturito il comune di Genova –, alla partecipazione dei propri concittadini alla prima crociata, consumatasi nel decennio a cavallo tra XI e XII secolo. La crociata – si può dire – fu un fatto nuovo e per molti versi totalizzante, che avrebbe impregnato la mentalità collettiva per secoli. Di ciò, i Genovesi sarebbero stati testimoni e partecipi. La stessa storiografia genovese avrebbe fondato sulla crociata la rappresentazione dei propri concittadini, affatto tratteggiati nelle vesti di mercanti – con buona pace della nota equivalenza Ianuensis ergo mercator –, bensì di combattenti, anzi, di milites Christi, a dimostrazione di quanto quell’esperienza fosse penetrata nel profondo. Sulla crociata, Genova andò fondando la propria identità cristiana. Certo, tali elementi potrebbero apparire, oggi, piuttosto fuori luogo. E a ragione. Parliamo, infatti, di società diverse dalla nostra; di categorie di pensiero differenti, che vanno accuratamente contestualizzate.
Non per questo, non vanno conosciute e studiate. Di tutto ciò si parlerà sabato 3 luglio nel corso della trasmissione A sua immagine, in onda su Rai Uno: un approfondimento importante sul passato della nostra città, girato tra le sue strade, le sue piazze, le sue chiese più belle e importanti.