Martedì 11 febbraio, nella ricorrenza della beata Vergine di Lourdes, è stata celebrata in Cattedrale la Giornata del Malato con una celebrazione presieduta dall'Arcivescovo alla presenza di tanti malati e anziani accompagnati da volontari di associazione come Oftal e Unitalsi, realtà preziose che fanno del servizio ai sofferenti la propria missione specifica, specialmente nell'accompagnamento nei pellegrinaggi a Lourdes, ma non solo.
La devozione alla Vergine di Lourdes è intensa e percepibile anche negli occhi dei malati che osservano con intensità la statua della Madonna, portata in Cattedrale da un gruppo di giovani. Un segno bello che ricorda anche come siano davvero tanti i giovani che decidono di fare un'esperienza di servizio nella cittadina francese, rimanendone talmente colpiti dal volerci tornare più volte.
Padre Cesare Ghilardi, direttore dell'Ufficio Sanità della diocesi, ha preso la parola prima dell'inizio della celebrazione per salutare a nome di tutti l'Arcivescovo, ringraziandolo per la sua presenza e sottolineando la realtà del servizio a malati e infermi, in cui sono coinvolte tante persone, medici, infermieri, volontari… Padre Ghilardi ha sottolineato come a volte sia difficile e faticoso portare il Vangelo e il messaggio di speranza di Gesù nei luoghi della sofferenza, ma per questo sono importanti momenti di condivisione come quello della Giornata del Malato che ricordano come i malati siano il riflesso della croce di Cristo.
L'Arcivescovo nella sua omelia e durante la celebrazione ha ringraziato più volte i volontari, le associazioni impegnate nell'assistenza ai malati e i sacerdoti particolarmente vicini ai malati nelle associazioni, negli ospedali, nelle case di riposo. Ha puntato fortemente il dito contro la società di oggi, individualistica, votata al successo a tutti i costi, all'efficienza, alla bellezza e giovinezza eterne: 'una società sfrenata nell'affermare i diritti veri e presunti di ogni individuo, che insegue soprattutto il mito del successo e del godimento' l'ha definita l'Arcivescovo che ha aggiunto: “È una cultura di morte, disumana, perchè in nome dell'efficienza e della prestanza fisica, taglia le ali dell'umanità'. Il Cardinale Bagnasco si è riferito specialmente ai più deboli, ai bambini e agli anziani: “Vediamo quanto poco sia sostenuta la famiglia specialmente nell'incoraggiamento alla natalità, assistiamo al contrario all'incoraggiamento all'uccisione della vita nascente, e alla trascuratezza verso chi non é più efficiente ed è segnato dalla malattia, dagli anni, dal limite fisico. Le politiche per queste due 'ali' della società devono essere ben diverse e ben più convinte, perché la società possa volare e non strisciare nella storia.
Dobbiamo avere fiducia, alzare la voce, insieme, sapendo di chiedere non dei privilegi ma semmai il bene della società intera, pretendendo con forza delle politiche efficaci, incisive, pronte, urgentissime”.