Ai giovani è stato dedicato il secondo incontro di Cattedrale Aperta che si è svolto in San Lorenzo mercoledì 1 febbraio; relatori sono stati Raffaele Bonanni e don Michele Falabretti, responsabile nazionale di pastorale giovanile (in questo incarico successore del ‘nostro’ Mons. Nicolò Anselmi).
Bonanni ha condotto una relazione concentrata sul tema occupazionale: “Una persona diventa davvero adulta quando incomincia a lavorare – ha detto; è l’unico modo possibile per costruire la propria personalità e mettere a frutto i talenti”.
Secondo Bonanni non sono né la globalizzazione né le nuove tecnologie le cause che hanno portato alla crisi lavorativa che stiamo vivendo, come molti sostengono. La vera sfida è imparare ad ‘abitare’ questi spazi come occasioni per poter crescere, cogliendo tutte le opportunità che offrono: “Bisogna imparare a passare a un nuovo metodo di produzione, è necessario fare i conti con la paura del cambiamento e trovare il modo per aiutare i giovani a nutrire nuovi stimoli e nuove speranze. I giovani fanno fatica oggi ad avere un clima adatto per impegnare fino in fondo la loro attitudine al sogno; hanno bisogno di più speranza e di un ambiente che li aiuti e infonda loro coraggio. Stentiamo a trovare strade di coraggio da trasmettere ai giovani. Siamo un paese trasformatore, non possiamo essere incompleti, ma dobbiamo aggiornarci e creare politiche pubbliche più lungimiranti e attività private più coraggiose”.
In particolare Bonanni ha indicato nell’alternanza scuola-lavoro uno strumento importante per aiutare i ragazzi a prepararsi al mondo del lavoro già mentre compiono il loro percorso di formazione; un progetto che viene portato avanti già in molte regioni d’Italia.
La riflessione di don Falabretti è stata più di carattere pastorale; la sfida educativa che la Chiesa ha messo al centro del decennio pastorale che stiamo vivendo è quanto mai necessaria per accompagnare i ragazzi nella realizzazione lavorativa e affettiva: “E’ possibile aiutare i giovani nell’affrontare le difficoltà un passo dopo l’altro, tenendoli per mano; mi domando come poter conciliare oggi due termini apparentemente in contrasto, libertà e comandamento: ascoltare parole che vengono dall’esperienza di Gesù non significa rinunciare alla propria libertà, significa prendere una strada che porta a una vita autentica”.
Secondo don Falabretti i principi di libertà e uguaglianza, vissuti in modo distorto e non cristiano, non hanno portato a una vera uguaglianza: “Una verità non può essere tale soltanto per me, perché mi fa comodo. Deve essere una verità a prescindere perché corrisponde a un bene. Il Vangelo ci insegna la vita di fraternità che però è difficile da realizzare ogni giorno”.
L’incertezza e la crisi che stiamo vivendo oggi è stata spiegata da don Falabretti con una suggestiva immagine: “Siamo come di fronte a un’aurora boreale che non ci permette di capisce se siamo di fronte a un’alba o a un tramonto e quindi di fronte a un’epoca che si chiude o a un nuovo inizio”.
Ma quali possono essere le soluzioni?: “Innanzitutto non dobbiamo perdere la dimensione della comunità; inoltre, dobbiamo riscoprire la bellezza della dimensione contemplativa e il valore del primato della parola. Le occasioni anche per i giovani non mancano, ma c’è bisogno di riletture e approfondimenti”.
Bonanni ha condotto una relazione concentrata sul tema occupazionale: “Una persona diventa davvero adulta quando incomincia a lavorare – ha detto; è l’unico modo possibile per costruire la propria personalità e mettere a frutto i talenti”.
Secondo Bonanni non sono né la globalizzazione né le nuove tecnologie le cause che hanno portato alla crisi lavorativa che stiamo vivendo, come molti sostengono. La vera sfida è imparare ad ‘abitare’ questi spazi come occasioni per poter crescere, cogliendo tutte le opportunità che offrono: “Bisogna imparare a passare a un nuovo metodo di produzione, è necessario fare i conti con la paura del cambiamento e trovare il modo per aiutare i giovani a nutrire nuovi stimoli e nuove speranze. I giovani fanno fatica oggi ad avere un clima adatto per impegnare fino in fondo la loro attitudine al sogno; hanno bisogno di più speranza e di un ambiente che li aiuti e infonda loro coraggio. Stentiamo a trovare strade di coraggio da trasmettere ai giovani. Siamo un paese trasformatore, non possiamo essere incompleti, ma dobbiamo aggiornarci e creare politiche pubbliche più lungimiranti e attività private più coraggiose”.
In particolare Bonanni ha indicato nell’alternanza scuola-lavoro uno strumento importante per aiutare i ragazzi a prepararsi al mondo del lavoro già mentre compiono il loro percorso di formazione; un progetto che viene portato avanti già in molte regioni d’Italia.
La riflessione di don Falabretti è stata più di carattere pastorale; la sfida educativa che la Chiesa ha messo al centro del decennio pastorale che stiamo vivendo è quanto mai necessaria per accompagnare i ragazzi nella realizzazione lavorativa e affettiva: “E’ possibile aiutare i giovani nell’affrontare le difficoltà un passo dopo l’altro, tenendoli per mano; mi domando come poter conciliare oggi due termini apparentemente in contrasto, libertà e comandamento: ascoltare parole che vengono dall’esperienza di Gesù non significa rinunciare alla propria libertà, significa prendere una strada che porta a una vita autentica”.
Secondo don Falabretti i principi di libertà e uguaglianza, vissuti in modo distorto e non cristiano, non hanno portato a una vera uguaglianza: “Una verità non può essere tale soltanto per me, perché mi fa comodo. Deve essere una verità a prescindere perché corrisponde a un bene. Il Vangelo ci insegna la vita di fraternità che però è difficile da realizzare ogni giorno”.
L’incertezza e la crisi che stiamo vivendo oggi è stata spiegata da don Falabretti con una suggestiva immagine: “Siamo come di fronte a un’aurora boreale che non ci permette di capisce se siamo di fronte a un’alba o a un tramonto e quindi di fronte a un’epoca che si chiude o a un nuovo inizio”.
Ma quali possono essere le soluzioni?: “Innanzitutto non dobbiamo perdere la dimensione della comunità; inoltre, dobbiamo riscoprire la bellezza della dimensione contemplativa e il valore del primato della parola. Le occasioni anche per i giovani non mancano, ma c’è bisogno di riletture e approfondimenti”.
SCARICA IL TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE DI DON FALABRETTI A CATTEDRALE APERTA