Una rubrica per digerire

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Con questa rubrica cercheremo di trovare e di ascoltare quelle parole che ci aiuteranno a tradurre in semplici quadri, dipinti, bozzetti, alcuni aspetti delle persone che hanno dato vita a quella grande meraviglia che si traduce nel cristianesimo. L’approccio sarà feriale, possibilmente semplice, inevitabilmente aperto alle sollecitazioni dello Spirito. Cercheremo di guardare a coloro che hanno vissuto l’esperienza di vita di Gesù scorgendo le emozioni, i pensieri, i tratti che di loro i testi ci narrano. Consapevoli che potremmo ricercare solo alcune cose perché, come ben sappiamo e dobbiamo assolutamente ricordare, i vangeli, le lettere, i testi biblici in senso più ampio non sono cronaca, ma sono rivelazione. Sono appunto quella parola offerta che conduce alla piena di grazia.

Vorrei tracciare ora, anche se per la necessaria premessa, in maniera concisa, un primo dipinto sul Gesù fanciullo. L’infanzia di Gesù è alquanto rarefatta nelle narrazioni evangeliche. In Matteo tutto ruota intorno alla sua nascita, la genealogia, i magi, la fuga in Egitto e il ritorno a Nazaret. Per il Vangelo secondo Marco la buona notizia è presentata a partire dall’inizio della sua missione, così come per Giovanni. E’ solo il Vangelo secondo Luca ad offrire dettagli e pericopi. La nascita, la presentazione al tempio e soprattutto quell’episodio che anticipa l’agire maturo di Gesù dopo il battesimo nel Giordano, che è la discussione nel tempio all’età di dodici anni. Non è questo lo spazio per un’esegesi di questo intenso e carico brano lucano. Ci soffermiamo sull’ultima frase per poi ritrovarci nei prossimi articoli ricercando alcuni tratti di Gesù che emergono dai testi.

«E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2,52).

Crescere in età è abbastanza ovvio, naturale, scontato. Ma sapienza e grazia sono due termini di grande portata biblica. Crescere in sapienza non significa diventare dottori. E crescere in grazia non significa essere educati. Il modello non è un adolescente tranquillo, integrato, educato, senza grilli per la testa. E’ meglio la sapienza della forza, dice Qoelet. La sapienza è una forza, è una pienezza, è il grido della vita che trova la sua pienezza. Gesù cresce facendo sgorgare la sua vita giovane e piena, nel fiorire delle sue doti e caratteristiche trovando dentro di sé la grazia di Dio e la forza della sapienza. La sapienza è il timore di Dio. Altro linguaggio biblico che dice rapporto con Dio, consapevolezza del Dio in me. Gesù nel crescere trova e matura questa forza profonda, stabile, radicale, fedele, dura. E’ la purezza del ragazzo che si scandalizza verso le ingiustizie, è l’esplosione d’indignazione della ragazza che scopre le bassezze umane. Gridare allo scandalo, indignarsi e proclamarlo è questa la sapienza del giovane che cresce.

La sapienza che Gesù incarna nella sua vita è maturata nel cammino dell’uomo, nel suo essere figlio e ragazzo, nell’imparare le cose e nel trovare dentro di sé una bellezza divina, una sapienza che lo rende meraviglia (da dove viene questa sapienza si chiedono incontrandolo, cfr Lc 4,16) e lo rende scandalo. Crescere in sapienza: far emergere in ciascuno la grazia che in noi fortifica le nostre caratteristiche, i nostri tratti, i nostri doni, per essere grazia, forza e bellezza.

Marco Gaetano