Martedì 23 novembre nella sala Quadrivium si sono riuniti i Catechisti Coordinatori parrocchiali, i Delegati vicariali ed alcuni componenti dell’Équipe diocesana con il Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, don Matteo Firpo. Tema dell’incontro: “La figura del coordinatore parrocchiale nella formazione”.
Don Matteo ha invitato, innanzitutto, a condividere e mettere in pratica due importanti documenti del Magistero: l’Esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii gaudium” e il documento della CEI “Incontriamo Gesù”. È importante cambiare qualcosa nel nostro modo di fare catechismo, partendo da una necessaria distinzione tra “evangelizzazione” e “catechesi”. Quest’ultima implica la dimensione del discepolato: si è discepoli di Gesù per tutta la vita e si può crescere come discepoli anche attraverso incontri di formazione con gli altri catechisti nell’ambito delle nostre parrocchie.
Ma per i “lontani”, per coloro che non frequentano abitualmente la chiesa, occorre fare ricorso al primo annuncio (kérigma), ovvero all’evangelizzazione, per annunciare non tanto i valori e gli insegnamenti di Gesù, quanto piuttosto la Persona di Gesù, che è il centro della fede, è colui che ci salva.
Tale annuncio deve essere portato non solo ai ragazzi, ma anche ai loro genitori, che possono diventare preziosi collaboratori nell’educazione cristiana dei loro figli.
Per fare catechesi, occorre formare e far crescere le persone che hanno già ricevuto il primo annuncio: con una immagine, questo si potrebbe definire il lavoro del pastore, che si prende cura costante del suo gregge; per evangelizzare, non bisogna trascurare alcuni aspetti, come il modo di accogliere, il luogo e le strutture dell’accoglienza.
L’immagine è quella del pescatore. Richiamando ancora la “Evangelii gaudium”, don Matteo ricorda che i catechisti devono essere “evangelizzatori con spirito” (EG 159), persone che pregano e curano, prima di tutto, la loro conversione personale.
Interviene poi la catechista Nuccia Galizia, componente dell’Équipe dell’Ufficio Catechistico, che descrive i tratti essenziali del Coordinatore parrocchiale: partendo dalle caratteristiche di questa figura come sono delineate dai documenti del Magistero, occorre prima di tutto essere non “discepoli” e “missionari”, ma “discepoli-missionari” (EG 120); occorre giungere alla “narrazione” della nostra personale “storia d’amore con Gesù”, occorre “parlare al cuore”, occorre “far emergere l’umanità della persona che si declina secondo Cristo”. Il catechista coordinatore – peraltro nessuno dei catechisti deve esserlo – non è un “battitore libero”, è colui che, segnalato dal parroco o dagli altri catechisti, opera sempre in accordo con il parroco; è l’eco del parroco, dei catechisti, dell’intera comunità; organizza gli incontri (possibilmente mensili) del gruppo catechisti; deve creare una rete capillare di comunicazioni, secondo lo spirito sinodale su cui il Santo Padre ci invita oggi a riflettere.
Il Coordinatore ha una funzione di servizio, non certo di potere, deve avere capacità di relazioni, essere guida del gruppo, saper costruire ponti, non muri, saper accogliere, ascoltare, perdonare, appianare eventuali difficoltà e problemi che possono sorgere all’interno del gruppo. Inoltre è colui che mantiene i contatti con la Diocesi ed ha una conoscenza non superficiale dei documenti della Chiesa. È emersa, quindi, una figura le cui caratteristiche si possono riassumere con le “tre effe”: “Fisionomia, Funzione, Formazione”.
Al termine, don Matteo ha comunicato la programmazione dell’Ufficio Catechistico per i prossimi mesi, ricordando in particolare l’incontro metodologico del 22 gennaio 2022 riguardo ai modi nuovi di fare catechesi. Ha infine ricordato l’opportunità di realizzare catechesi per adulti e incontri di base per catechisti che abbiano assunto da poco questo servizio.
Rosanna Migliorini