Maria di Nazareth: Il Cristo, Maria, la Chiesa

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Nei secoli all’interno dei quali si sviluppa la definizione dogmatica – nelle comunità cristiane ormai cresciute in numero e in presenza dentro l’Impero – anche la liturgia, l’organizzazione ecclesiale, il culto si vanno a definire e ad arricchire. I periodi del martirio avevano evidenziato la forza che scaturiva dalla fedeltà ad un’esperienza: la salvezza donata dal Cristo, crocifisso e risorto. Successivamente il passaggio da religione perseguitata a “religio licita” fino a diventare riferimento dei romani nel Mediterraneo ebbe ovvie conseguenze e permise lo sviluppo di forme di adesione al cristianesimo nuove, come la linea monastica, dove a fronte del martirio di sangue si andò a delineare la vita “rigorosa” e ascetica che portò a rinunce volontarie in vista di un bene superiore. In questo divenire, qui proposto solo per cenni, anche nei confronti di Maria si sviluppò il culto, la devozione e la preghiera. Per molti aspetti lo sviluppo dogmatico e teologico visto nei precedenti articoli circa la Madre – Vergine, andò di pari passo con il crescere della devozione mariana.
Tornando all’inizio sappiamo, dai dati biblici, in questo caso dagli Atti degli Apostoli, che Maria era presente dopo la morte e la resurrezione di Gesù, era con gli altri durante la fase dello sgomento e della rinascita pneumatologica, unita nelle preghiere e nella forza della resurrezione.
Maria diventa quindi una madre per tutti i credenti. Non solo per il Figlio, ma tutti i seguaci, dai primi amici di Gesù in poi erano per lei dei nuovi figli. Anche in questo caso il taglio giovanneo del momento della morte con la presenza della Madre e del Discepolo amato è rivelatore di quella sensibilità che si stava sviluppando e che vedeva in Maria la madre di tutte le nuove discepole e discepoli. Ma la teologia aveva introdotto un’altra idea legata alla dimensione salvifica del Cristo. Come Eva aveva collaborato all’ingresso del peccato nel mondo così Maria aveva riscattato Eva introducendo nel mondo il Salvatore. Si determinavano così due cose: Maria era la nuova Eva ed ella aveva il ruolo di intercedere per la salvezza. Nel frattempo anche l’immagine ecclesiale si andava a formare teologicamente e la stessa Chiesa veniva colta nel suo aspetto di madre; generatrice di nuovi figli e donatrice di condizioni di salvezza. Così Agostino nei suoi Sermoni pose una sintesi sulla Chiesa che sintetizza bene il cammino che si stava compiendo: Maria ha partorito il vostro capo, la Chiesa partorisce voi, poiché anch’essa è madre e vergine insieme: madre per il seno d’amore, vergine per l’incolumità della fede. Il legame tra Cristo, la Madre e la Chiesa si era dunque determinato.

Inoltre, nel contesto di vita delle comunità cristiane, i contatti con religione pagane legate ai culti delle divinità madri, accelerò la spinta alla devozione a Maria. Ella era la madre e la vergine, era anche la donna alla quale rivolgersi per l’intercessione delle preghiere a Dio. Come nuova Eva aveva portato il Salvatore e l’umanità aveva potuto accedere alla sua salvezza, così ora ogni preghiera, supplica, richiesta, veniva orientata a Maria che la portasse al Figlio: Non hanno più vino, disse a Cana e rivolgendosi ora alle discepole e discepoli delle nuove comunità, ripeteva: fate quello che lui vi dirà.

Marco Gaetano