Con la tradizione lucana la meditazione su Maria si amplia considerevolmente. L’Evangelista raccoglie informazioni, raccorda tradizioni e presenta la sua genesi di Gesù, attraverso un percorso più lungo e caratterizzato da personaggi quali Erode, Zaccaria, Elisabetta e quindi Maria, una vergine promessa sposa di un uomo, chiamato Giuseppe. La prospettiva è differente dal taglio sapienziale di Matteo, le attenzioni e le sottolineature cercano, al confine tra umano e divino, di abbozzare parole di significato aperte al mistero. Il rischio di lasciar correre i primi capitoli del Vangelo secondo Luca come noti, meditati e presentati talmente tante volte da non dire più nulla è alquanto forte. Pertanto, nel nostro mondo tecnologico e scientifico, la lettura di queste pagine chiede molta sapienza ed intelligenza.
Quando raccontiamo gli eventi della Natività siamo chiamati, in prima istanza, a viverli, a farli nostri, ad entrare profondamente nelle parole che ci vengono offerte. Studiarle è importante, ma pregarle lo è ancora di più. Ai ragazzi spesso offriamo un’immagine semplificata che è molto importante nella fanciullezza, ma fatichiamo ad accompagnarli durante il loro passaggio dal mondo “magico” alla vita quotidiana. Le parole a Maria sono offerte alla nostra esistenza, in lei si compie, come abbiamo già avuto modo di dire, la pienezza del tempo, ma attraverso quel dono totale si offre a noi il Dio Emmanuele.
Un primo aspetto della vicenda dell’Annunciazione che può aiutarci nel cammino della vita, consiste nel ricordare come Maria fosse una donna credente. Il turbamento dinanzi all’esperienza dell’Altro che ti si fa prossimo non nasce dall’incredulità, dallo spavento del divino, dall’impossibilità logica di fare sua questa esperienza. Sgorga dalla sua fede, dall’essere donna credente in Dio, consapevole che nelle vicende umane del suo popolo e di sé stessa, il Dio con noi promesso da Isaia era un dato di fatto, nascosto nelle pieghe della vita ma presente nel profondo. In quel profondo la fede di Maria viene attraversata dalla vicinanza dell’amore di Dio, che come tale è fecondo.
Marco Gaetano