Il Vangelo secondo Matteo, in linea con Marco, non fornisce molte indicazioni circa la Madre di Gesù. I paralleli già citati nell’altro Vangelo sinottico mantengono un accento simile e indicazioni teologiche affini. Tuttavia i primi due capitoli del testo sono alquanto importanti e possono fornirci indicazioni di riflessione, spunti per la predicazione, la catechesi e il nostro cammino di fede. Questa parte è costruita attraverso alcuni blocchi. I primi diciassette versetti del primo capitolo con la genealogia di Gesù da Abramo fino a Giuseppe, lo sposo di Maria dalla quale fu generato Gesù, colui che è chiamato Messia. Quindi i successivi sette versetti che narrano della nascita, meglio della genesi, di Gesù stesso: “sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo”. Nel capitolo due invece abbiamo la visita dei Magi e la fuga in Egitto.
Matteo focalizza l’attenzione su Giuseppe, ha a cuore la discendenza davidica e concentra la sua scrittura su questo fatto. Potremmo affermare, con alcuni esegeti, che nella prima parte di questo dittico si offre la risposta su di chi sia figlio Gesù, mentre nel secondo riquadro ci si concentra su da dove venga.
La genealogia matteana si compone di relazioni parentali che partono da Abramo e arrivano a Giuseppe, figlio di un certo Giacobbe figlio a sua volta di Mattan. All’interno di questa ricostruzione storico-teologica abbiamo quattro figure materne: Tamar, Rachab, Rut e Betsabea. Tutte accomunate da relazioni matrimoniali non in linea con la legge, da rapporti promiscui, confusi, irregolari, in qualche modo sorprendenti. Infatti non può non rimanere colpito l’attento ascoltatore del primo capitolo: perché Matteo, che costruisce con molta libertà la sua genealogia, inserisce queste donne, ne fa ricordare le storie contorte, ne evidenzia il loro rapporto profondo con la storia della Salvezza? Certamente per preparare l’ultima figura femminile, Maria. Ella era fidanzata con Giuseppe, ovvero, secondo il diritto matrimoniale ebraico, tra loro vi era già un vincolo forte, deciso. Non convivevano ma erano una coppia. Rimanere incinta prima dell’accasamento apriva a storie e dicerie, o a problemi di infedeltà tra la coppia. Il turbamento di Giuseppe è ben descritto. Ma in linea con quanto detto poc’anzi, Maria, prima che andassero ad abitare insieme si trovò incinta per opera dello Spirito. Nella storia della genealogia, storia della salvezza con la quale Dio agisce nella vita, le donne sono protagoniste della libera iniziativa di Dio-Amore che non resta chiuso dalle regole. E Maria, Vergine-Madre, ne è la “prova provata”.
Marco Gaetano