Come stabilito da Papa Francesco, la terza domenica del Tempo Ordinario è stata istituita la “Domenica della Parola di Dio” con il Motu Proprio “Aperuit illis” del 2019, per ricordarci l’importanza fondamentale della Parola nella vita della Chiesa, ma anche nella vita quotidiana di ciascuno di noi, come luce al nostro cammino, lampada che ci indica i passi da compiere e le scelte da fare.
Il Santo Padre raccomanda che in questa giornata specialmente, ma sempre nell’ordinarietà, la Parola di Dio sia celebrata, riflettuta, e divulgata, così che possa rivivere il gesto di Gesù Risorto che aprì, accostandosi loro lungo la via, la mente dei discepoli di Emmaus per comprendere le Scritture. Egli vuole aprire anche per noi il tesoro della sua Parola perché possiamo annunciare e testimoniare la sua inesauribile ricchezza e in essa trovare quelle risposte che ognuno cerca e che aprono il cuore alla speranza cristiana.
Ecco perché nella parrocchia di S. Margherita di Marassi abbiamo voluto vivere un pomeriggio domenicale di famiglia sulla Parola con tutti i genitori del catechismo, un pomeriggio di tranquillità ed ascolto solo per loro (per i bimbi solo gioco nel campetto). È stata una esperienza di gioia e soprattutto di grazia sia per la partecipazione insperata, circa il 90% delle famiglie, sia per l’attenzione e la tensione emotiva e del cuore che abbiamo percepito.
Con la collaborazione e la guida del nostro parroco, Padre Francesco Lia, le catechiste hanno scelto come tema su cui far risuonare la Parola: la speranza. Spesso nel nostro quotidiano viviamo senza speranza per le difficoltà della nostra vita personale e familiare e per le vicende della storia che stiamo vivendo (pandemia, sue conseguenze, conflitto alle porte dell’Europa). Siamo tutti destabilizzati, sfiduciati, spesso lamentosi, come Cleopa e l’amico che camminavano da Gerusalemme ad Emmaus, delusi ed oscuri in volto. Per questo, dopo una veloce introduzione informativa generale sulla Bibbia, siamo passati, per cercare le risposte, ad abitare la Parola perché ci parlasse. Si è lasciato risuonare nei cuori il brano di Luca in cui ci racconta dei discepoli di Emmaus, articolandolo in due parti, la contestualizzazione e l’ascolto vero e proprio, affidate alla lettura di due famiglie, che l’hanno consegnato così alla riflessione. È dunque stata usata la metodologia di tipo sinodale, lanciando, da parte di una catechista-guida, dopo adeguata pausa di silenzio, la risonanza che lo Spirito aveva suggerito a ciascuno e che poteva liberamente condividere. Un’altra catechista trascriveva su un cartellone le parole, le frasi emerse da ciascuno, accolte e rimandate o lette da altre personali angolazioni. È stato un processo interessante che ha messo in luce echi bellissimi e preziosi, che forse nessuno di noi “addetti ai lavori” si aspettava. Nel silenzio seguito sono state conservate nel segreto del cuore, dove, per opera dello Spirito, la Parola seminata germoglia e produce effetti.
Con un volo inaudito siamo passati all’Antico Testamento, dal quale abbiamo fatto emergere la figura di una donna affascinante nella novità del suo pensiero e scelta di vita, rispettosa dei legami familiari e della tradizione, ma aperta alla novità, quella che lo Spirito sempre suggerisce: Rut. È stata affidato ad una mamma il tratteggio della sua figura, segno vivente della speranza: da lei nascerà la stirpe di Davide da cui, nella pienezza del tempo, avrà origine Gesù. Quindi la speranza, ci dice la Parola, travalica l’oggi dell’uomo, per essere fiducia ed abbandono ai disegni di Dio che sempre ci stupisce. Alla lettura del brano biblico di Rut, dopo la pausa silenziosa, sono seguite le risonanze con parole nuove e angolature diverse.
A fine pomeriggio dai genitori stessi è stato enucleato da quanto emerso quello che abbiamo chiamato il “pensiero chiave” da portare alla Messa che ha concluso, assieme ai bambini, questo tempo e poi a casa come segno di ciò che per noi è la speranza: “Camminare con fiducia perché Lui c’è! Basta riconoscerlo…”
Maria Galizia Sanna