Il tuo volto, Signore, io cerco!

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E’ sempre difficile dire parole non vuote per momenti liturgici così noti, così conosciuti e anche utilizzati e forse abusati. Il testo della festa dell’Epifania completa l’immagine del Presepe: arrivano i Magi. Dei tanti aspetti che il brano offre e, come avvio del nuovo anno solare, proviamo a lasciarci condurre dal testo e dalla meditazione verso il suo più profondo significato. I Magi leggono gli astri, intrepretano, attendono, sperano e agiscono fino a giungere a vedere il bambino. E gioiscono. La figura dei Magi, ben spiegata in libri e commentari, si offre a noi come un invito concreto e quotidiano al movimento generato dalla speranza, dalla meditazione, dalla ricerca, dal desiderio. Essi giungono da Oriente a Gerusalemme. Sono stranieri, hanno una cultura diversa e pongono domande. Si interrogano e interrogano. Dove si trova colui che è nato? Essi cercano. La loro mente non è statica in letture chiare degli eventi. Hanno intuito, intravisto, studiato e ora cercano e chiedono. Parlano di un evento astrale e costringono il re a cercare, o far cercare, nelle profezie una parola di significato. Da Betlemme uscirà un capo. I Magi costringono alla ricerca. Danno alla rilettura dei testi qual valore di cammino, di desiderio di risposta, di nascita che la Parola di Dio ci offre così quotidianamente. I Magi non si fermano alle prime risposte, essi continuano la loro ricerca e si rallegrano quando sono in grado di riconoscere la stella. Fra tante luci, fra tanti siderali spazi ecco quella luce che solo uno sguardo attento, bramoso, desiderante riesce a cogliere e far sua. La luce della stella che li guida, li chiama, li conferma. La Parola di Dio si offre come la luce delle nostre piccole vite. Essa è lì a guidarci, a offrirci un’opportunità di vita, di discernimento, di cammino. Come è necessario saperla vedere tra le altre luci, tra le altre stelle, tra i diversi orizzonti! E così la loro vista li conduce alla casa. Entrarono nella casa. Qui il cuore trova la sua gioia. «Una cosa sola ho chiesto a Dio, questa sola io cerco: abitare nella casa di Dio tutti i giorni della mia vita per contemplare la bellezza di Dio e vegliare nel suo santuario». Il Salmo 27 si offre come lettura spirituale e di preghiera per meditare il Vangelo secondo Matteo. Entra il cuore nella casa di Dio e trova la sua dimora! Solo qui ho pace e gioia. Tutti i giorni della mia vita per contemplare la bellezza. E quale bellezza un bambino appena nato. Quale bellezza il sorriso di una neonata, di una madre che ha appena partorito e abbraccia al seno la nuova vita. E allora entrarono nella casa e contemplarono, adorarono, si prostrarono alla bellezza. Che estasi quando la nostra anima incontra la pienezza di Dio!

L’epifania è la manifestazione di Dio. E allora tornando sempre al salmista del canto 27 è bello l’invito a far emergere anche le nostre paure e le nostre fatiche, ma soprattutto è ammirare questo devoto amante di Dio che vive una fiducia totale nel manifestarsi del suo Dio: «Di te ha detto il mio cuore: cerca il suo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco». Questo momento di preghiera e di meditazione che l’Epifania ci offre è grazia ai cuori confusi. E quale tempo incerto stiamo vivendo! Ma la speranza che spinge al cammino offre allo stesso tempo quella capacità di vedere la stella giusta, di entrare nella casa di Dio, di ammirare stupefatti la sua bellezza.

«Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura»? Così inizia il salmo qui citato. E dopo aver percorso le fatiche della vita minacciata dai nemici, aver fatto sgorgare dal cuore il desiderio di abitare nella casa di Dio, di vedere il suo volto come una stupefacente epifania, ecco che la pienezza di Dio ricolma e fortifica la speranza, ed il salmo si conclude dicendo: «Spera in Dio, sii forte; si rinfranchi il tuo cuore e speri in Dio»!

Marco Gaetano