Il libro della Sapienza ha un primo e importante aspetto che forse sfugge a molti di noi lettori e ascoltatori dei suoi brani, ovvero che la sua datazione viene collocata oggi dalla maggior parte degli studiosi nel periodo tra il 30 a.C. e i primi anni d.C. Pertanto è un testo che si va a comporre nello stesso periodo della nascita e vita giovanile di Gesù. Questo non significa che chi lo ha redatto dovesse conoscere Gesù e quant’altro, ma è interessante invece pensare che lo sguardo verso il mondo dell’autore di Sapienza era contemporaneo o quasi a quello di Gesù. La differenza sta nella collocazione. Il contesto culturale è ellenistico, infatti il luogo di redazione è Alessandria d’Egitto. Pertanto questo libro composto da 500 versi circa volge l’attenzione da un lato al mondo ellenistico e dall’altro a quello ebraico. E’ ancorato alla tradizione ebraica, alla traduzione dei testi sacri in lingua greca avvenuta proprio nell’importante città egizia e nota con il nome dei Settanta (tramandato numero dei traduttori che confluirono sul testo finale), ma trasuda di ellenismo, di conoscenze filosofiche di sguardi compromessi.
Per questo il testo ha avuto una storia complessa nella sua accettazione o meno nel canone biblico. La Chiesa cristiana lo accolse mentre gli ebrei lo rifiutarono, parimenti la Riforma luterana rifacendosi alla tradizione masoretica lo accantonò pur valutandolo come un libro da leggere per la crescita spirituale.
Fin dai primi secoli è stato un libro molto amato dai cristiani, la sua meditazione circa la morte e la vita dopo la morte si è prestato già a commenti da parte di Ambrogio e Agostino, testi a noi perduti. L’artificio letterario di porre il testo sotto l’egida di Salomone appartiene a quella necessità di rendere autorevole un testo inserendolo proprio nella tradizione che vedeva in Salomone il re sapiente e saggio di Israele. Le meditazioni presenti sono allora di questo Re il più grande per ricchezza e sapienza come troviamo descritto nel 1 libro dei Re.
La composizione può essere divisa in tre ambiti:
i primi cinque capitoli che affrontano il tema dell’immortalità;
i capitoli dal sei al nove che riflettono teologicamente sul concetto di sapienza;
dal capitolo dieci al capitolo diciannove dove l’autore sviluppa una meditazione sul tema dell’esodo.
Aiutati da qualche testo esegetico, il libro ci aiuterà a guardare la vita, la morte, gli enigmi dell’esistenza con sguardo ampio, serio e razionale; tipico di un atteggiamento regale con il quale offre meditazioni e riflessioni di altissimo spessore.
Se la ricchezza è un bene desiderabile in vita,
quale ricchezza è più grande della sapienza,
la quale tutto produce?
Sapienza 8,5
Marco Gaetano