Educare alla pace… come sanno fare i piccoli! -Riflessioni dopo la Giornata mondiale dei bambini

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Sabato 25 maggio si è svolta all’Istituto Don Bosco di Sampierdarena la Giornata mondiale diocesana dei bambini in collegamento con quella mondiale svolta a Roma. A Genova erano presenti 300 bimbi accompagnati da un centinaio di educatori e accompagnatori. Si sono ritrovati nel pomeriggio a giocare insieme animati dall’ACR, dai salesiani e dal Movimento Ragazzi, hanno fatto merenda e si sono seduti davanti al grande maxischermo nella palestra grande ad ascoltare le parole del Papa. Laggiù, mischiati tra la folla, anche un altro centinaio di bimbi genovesi partiti al mattino in treno e che si sarebbero fermati fino all’indomani in piazza San Pietro.
Fortemente voluta dal Papa, questa giornata che ci ha ricordato un po’ la GMG dei giovani e ci ha dato tanti messaggi già nel fatto di volerla istituire; i primi due evidenti sono quelli evangelici, che noi traiamo dagli episodi più volte narrati dagli evangelisti di come Gesù si rapportò coi bambini; primo ascoltare e imparare dai bimbi ad accogliere la vita come un dono, con sorpresa, meraviglia, gratitudine, privi di schemi mentali preconcetti ma con uno sguardo appunto da bambino; secondo il messaggio di accogliere gli stessi bambini perché in essi è già presente l’umanità del futuro, già da quegli anni fondamentali cresce e si sviluppa l’uomo nuovo capace di amare o meno.
Con questo naturalmente dava sviluppo al mistero dell’Incarnazione che vede Dio già tutto presente nel bimbo che giace nella mangiatoia, nell’umanità pronta a donarsi interamente. Papa Francesco inoltre dava coraggio alla comunità ecclesiale mondiale in questo momento storico particolare della sua storia esortandola a non aver paura a occuparsi dei bimbi per non correre il rischio di lasciarli in balia di un mondo che li vede solo come potenziali consumatori di beni di consumo o futuri utilizzatori di armi atte a offendere la vita altrui. Nel bimbo la Chiesa vede l’uomo, l’umanità e a lei propone l’altissima Vocazione di essere Figli e eredi della vita di Dio che è la vita Trinitaria di Amore. Altro messaggio che il Papa intendeva dare era quello di risvegliare le coscienze di una società occidentale che a tutto pensa meno che a occuparsi di bambini e anzi ne fa il meno possibile avvertendoli come fastidiosi.
Ma oltre a tutto ciò che era evidente dall’indizione stessa della Giornata il Papa ha voluto mandare altri chiari messaggi ai bimbi, anzi chiari messaggi con i bimbi a noi adulti.
“Ci siamo radunati qui allo Stadio Olimpico, per dare il ‘calcio d’inizio’ a un movimento di bambine e bambini che vogliono costruire un mondo di pace, dove siamo tutti fratelli, un mondo che ha un futuro, perché vogliamo prenderci cura dell’ambiente che ci circonda.”
Tralasciamo pure il calcio d’inizio per non addentrarci in un mondo bello ma bisognoso di robuste conversioni tenuto a galla solo dall’entusiasmo vivo di chi partecipa soprattutto di persona e da un movimento che raduna comunque tantissimi bimbi mettendo insieme famiglie e momenti aggregativi ancora forti. Ma le altre parole ‘bimbi’ (e ragazzi viste le età coinvolte),‘Mondo’, ‘Pace’, ‘Tutti Fratelli’ (e Sorelle), ‘Prenderci cura’, ‘Ambiente’, sono le parole che riassumono un po il cammino di speranza che Papa Francesco indica a tutta la comunità educante.
Sento già i commenti ‘parole al vento’, ‘romanticismi inutili’, ‘sentimenti eterei’, ‘vuole tutti i bambini g(c)retini’ e via dicendo… temendo di dover sentire pure ‘la guerra è una cosa seria! non da bambini’.
Eppure il magistero questo ci dice. Queste sono le mete educative da mettere nel mirino nel nostro agire con i bimbi e per i bimbi.
La parola pace ci riporta a costruire pace in questi bimbi, spesso e volentieri cresciuti in clima di odio, di abbandono, di superficialità, di violenza, di rancore; ci riporta a educarci al conflitto alla non violenza, alla gestione dei sentimenti che vengono completamente ignorati nella crescita. La parola fratelli ci riporta a costruire relazioni, a insegnare a relazionarsi coi fratelli in una modalità di ascolto, di gentilezza, di mitezza, di aiuto.
Di reciproco prendersi cura. E poi la cura dell’ambiente. Spesso i bimbi crescono in ambienti non idonei, in città che non sono vivibili né più a loro misura, costretti a pagare per aggregarsi e ritrovarsi in specie di zone protette. Il ‘villaggio’ non protegge più i bambini costretti a rinchiudersi in casa davanti a uno schermo. Parole che il Papa dice ai bimbi ma dice all’uomo! All’umanità! Siamo noi a dover dar corpo a queste parole noi adulti. E meno male che i bambini ce lo ricordano! Anche qua a Genova, il 24 maggio duemila bambini hanno detto no alla guerra. Dobbiamo un pò chinare il capo di fronte a questi bimbi che gridano pace al nostro posto! Meno male che ci sono loro. Mi direte: sono i maestri che gliele fanno dire. E meno male ci sono i maestri allora. Certo il mondo produttivo se ne guarda bene, speranzoso come è di trarre profitto dalle guerre. Ma questa è una visione sbagliata e miope e dovremmo lasciarci aprire gli occhi da questi bimbi. I bimbi sono molto più aperti di noi a sperare la pace, la fraternità e la cura dell’ambiente.
Chiudo dicendo che ogni gruppo educativo a di che lavorare questa estate su questi temi, facendo attività, riflessioni iniziative su questi temi.
Si può abbondantemente attingere dalla Scrittura, specie dal Vangelo, e dalla tradizione di preghiere e riflessioni su questi temi. Creatività e metodologie non mancano e sono varie nella nostra chiesa.
E chiudo con un grazie di cuore a chi ha permesso questa giornata: l’ACR in primis, presente in massa con educatori e bimbi, i fratelli Salesiani sempre disponibili e presenti e il Movimento Ragazzi che col carisma del gioco sa mettersi in gioco.
E chiaramente l’Ufficio catechesi con la sua Equipe a far girare il tutto!

Don Fully Doragrossa