2015: Apriamo le porte a Dio

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APRIAMO LE PORTE A DIO
LETTERA DI NATALE DEL CARDINALE AI BAMBINI DEL CATECHISMO
 
La bellissima e significativa immagine di una porta spalancata incornicia il titolo della Lettera; una stella cometa poggiata sull’architrave illumina la scena delle case della città, attorno, mentre una frotta di bambini festanti entra correndo, attraverso di essa, e va verso la luce: “Non bussate : è già aperto!”; questa frase di Ernesto Olivero, scritta sopra, ci introduce molto bene nel contenuto della Lettera. È un dono natalizio che tutti gli anni il nostro Cardinale Arcivescovo fa ai bambini del catechismo e alle loro famiglie, è l’ augurio affettuoso di un padre, ma fa anche pensare,introducendoci nello stupore del Natale che oramai è alle porte. Tutto questo, titolo e disegno, ci fanno già gustare lo speciale Natale del Giubileo che avremo la grazia di vivere : la porta della misericordia che ci fa entrare nel cuore di Dio, ci ricorda questo Anno Santo, è sempre aperta per ciascuno, non occorre bussare, è Lui che, con grande discrezione, sta dietro la porta del nostro cuore e bussa aspettando fuori che noi, se lo vogliamo, apriamo per lasciarlo entrare. Apriamogli allora la porta e accogliamolo come l’ospite più bello e importante che possiamo ricevere perché “nasca” nel nostro cuore, come accadde quella Notte Santa nella stalla di Betlemme. La lettera del Cardinale si compone di due parti : la prima è rivolta ai bambini, “Una scoperta in famiglia”, e racconta, attraverso colorati disegni, la storia di una famiglia che fa “scoprire” ai propri figli la bellezza e il significato profondo del Presepe, che attraverso i suoi personaggi, semplici statuine o opere d’arte, rappresenta l’evento più grande della storia : Dio si fa uomo, si fa bambino, per condividere la sua vita con noi, farci toccare il Padre che Egli ci fa conoscere, farci udire la sua voce e le sue parole che salvano. Che mistero! Che stupore! Altro che la buia stanza dove i fratellini della storia, Francesco, Giovanni e Beatrice, stanno guardando la televisione e giocando al computer e da cui a fatica la mamma e il papà li portano via per uscire a visitare i presepi della città e immergersi così nell’amore di Dio, lì rappresentato visivamente. La mamma spiega il perché di quelle visite : ammirare la bellezza di quei paesaggi e personaggi, ma soprattutto leggervi una storia d’amore. Essa porta subito l’attenzione dei bambini sulla culla, il luogo dove si accoglie una piccola vita che nasce; ma quella di Gesù non è bella come la culla in cui furono posti loro alla nascita : è infatti il luogo della stalla dove mangiano gli animali. Mentre il papà, la guida della famiglia nel viaggio della vita che la famiglia deve percorrere, pone la sua attenzione sulle statuine dei pastori giunti alla mangiatoia da tutte le direzioni, sfidando il freddo e la notte, per adorare Gesù: sono l’immagine del nostro camminare su strade diverse per incontrare il Salvatore. Camminare umili e fiduciosi verso di Lui è ciò che ci vogliono insegnare i pastori che, per questo loro significato, piacciono tanto al papà della storia. L’immagine della Santa Famiglia di Nazaret chiude il racconto : in essa la famigliola della piccola storia narrata si identifica e comprende il senso del suo essere famiglia attorno a Gesù; significativa l’idea di far disegnare o raccontare, in uno spazio appositamente creato al di sotto della Sacra Famiglia, la propria famiglia oggi, non per un confronto, bensì come percezione di una luce da cui lasciarsi illuminare.
La seconda parte della Lettera è dedicata dal Cardinale sempre ai bambini ma con uno sguardo agli adulti che sono accanto a loro per aiutarli nella crescita :”Vi annuncio una grande gioia : è nato il Salvatore del mondo”. Ecco allora la presenza ripetuta di alcune parole che esprimono ciò: gioia, stupore, fiducia, salvezza, amore, unità, comunione, bellezza, adorazione, lode. Sono le parole, o meglio, i sentimenti del Natale, dono della Misericordia di Dio, per la quale, assieme ai pastori, agli angeli e ai magi”siamo spinti a cantare la nostra lode con l’intera creazione” e davanti alla quale”anche noi ci inginocchiamo, grandi e bambini, anziani e giovani…per lodare Dio Padre e adorare Colui che per amore degli uomini è venuto a salvarci, a renderci partecipi della Pace e della Comunione fraterna”. Il Cardinale conclude questo suo scritto, in cui continuamente adombra il Giubileo che ci apprestiamo a vivere, ringraziando coloro che istruiscono i piccoli nella fede e cercano di far loro conoscere la gioia del Vangelo”, poiché fanno gustare ai piccoli “la bellezza, la verità e la bontà della fede cristiana”.