La festa della Pentecoste ci offre questo tempo privilegiato per vegliare, per contemplare nel silenzio raccolto delle nostre chiese: è un tempo solo per noi catechisti, in cui ritrovarsi, non per formarsi o programmare, ma per pregare in una Veglia ritagliata apposta, per riscoprire, alla luce della Parola, il senso profondo del nostro servizio ecclesiale, per rimotivarlo, dargli nuovo vigore, al di là dei successi o degli insuccessi, delle difficoltà che ogni giorno si incontrano con i ragazzi e i genitori. Una Veglia per riscoprire che è lo Spirito Santo Colui che soffia su di noi nei nostri incontri, Colui che ci suggerisce le parole, che ispira la nostra creatività, le nostre attività: dunque un tempo per sentirci e farci docili alla sua azione, e questo è frutto soltanto della preghiera che ci apre all’orizzonte di Dio e fa sì che noi Lo rendiamo presente.
Ecco il perché di questo piccolo Sussidio che è offerto a tutti i catechisti, dall’Ufficio Catechistico Diocesano; esso può servire di aiuto e stimolo nell’organizzare, in tutta libertà e creatività, momenti di preghiera o parrocchiali o vicariali per i catechisti, ma anche aperti a membri di altri gruppi, in segno di comunione.
La Veglia si svolge in tre momenti : 1° Ascolto – Lettura di un brano degli Atti degli Apostoli, relativo alla discesa dello Spirito Santo o in alternativa del brano tratto da S. Paolo ( Rom 8, 14-15). Dopo l’ascolto sono proposte piste di riflessione sullo Spirito, sentito come dono per l’annuncio, che deve essere fatto con lo stile dell’amore, il quale ha come fine la comunione; allora ecco la tensione del servizio catechistico : l’amore e la comunione. Verificarsi, interrogarsi, come catechisti, su tali questioni equivale a crescere nella responsabilità del servizio. La riflessione che trae origine dal brano di Paolo ci stimola, invece, a crescere nella fede conducendoci a pensare che non possiamo credere se non per opera dello Spirito, per mezzo del quale riconosciamo che Gesù è il Signore e da questa consapevolezza giungiamo a sentire Dio come Padre. Pertanto ecco il compito del catechista : condurre a professare la paternità di Dio, che è il suo vero volto. Infine il vertice della riflessione : nelle nostre comunità c’è diversità di carismi e quindi di ministeri, ma ognuno di essi trova anima nella carità, di cui deve essere ripieno ogni servizio. Alcuni testi del Magistero ecclesiale che seguono, arricchiscono ed approfondiscono la riflessione e la collocano nello spirito dell’Anno della Fede, così come è stato pensato.
Il 2° momento è quello dell’Assimilazione; si basa su un lungo spazio di silenzio che fa sì che quanto ascoltato e riflettuto diventi ora domanda da porsi e da porre in una sorta di revisione del proprio essere persona di fede, del proprio essere catechista, del proprio sentirsi membro vivo, attivo e collaborativo della comunità parrocchiale.
Infine nel 3° momento ci si apre alla Preghiera : è il tempo dell’offerta di sé, del proprio servizio nella preghiera perché esso sia umile ed obbediente, docile allo Spirito che ci conduce verso gli orizzonti del progetto di Dio che si realizza anche per il nostro servizio coraggioso e perseverante.