2011 – Gesù è la luce del mondo

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
Quest’anno la tradizionale Lettera di Natale del Cardinale ai bambini si sviluppa sul tema della luce – fede, rappresentato dalla protagonista della storia: la Stella di Betlemme, e si articola in un racconto-dialogo fra il Vescovo e i bambini al seguito del percorso della Stella in una sorta di narrazione della fede che è poi l’essenza più vera della “traditio”, ossia della trasmissione della fede tra le generazioni che permette al messaggio evangelico di essere trasmesso di generazione in generazione e di restare vivo nel tempo per continuare ad educare ai valori buoni che porta con sé.
E infatti il Cardinale Arcivescovo, con la semplicità che lo contraddistingue quando si rivolge ai giovani e con la paternità che emerge viva dalle sue parole, vuole educarli, guidandoli attraverso lo stupore che sempre un racconto sa suscitare alla bellezza delle buone azioni, all’amore che è il centro propulsore del bene che c’è in noi e nella storia: Cristo Gesù, la luce che illumina tutto e rende luce chi Lo sa accogliere.
E così inizia la narrazione di una storia straordinaria, forse la più straordinaria di tutte le storie di tutti i tempi, poiché essa è la verità più luminosa che l’umanità vive, quella di Dio che, dalla sua immensità ed eternità, viene ad abitare come bambino in mezzo a noi, per essere come noi, pur rimanendo il Dio-con noi.
L’evento più stupefacente della storia inizia nel buio di una notte come tante altre, ma la nostra protagonista, la Stella, con la sua luce svela una scena, che il disegno che illustra la Lettera mostra nella sua incredibile semplicità : una grotta, una mamma, un papà, un bimbo appena nato e due animali a riscaldare l’ambiente. Ma per rischiarare questa scena la Stella ha dovuto fare un lungo cammino seguito dai Magi, astronomi e scienziati che avevano visto nel cielo questo eccezionale evento astronomico e che si mettono in viaggio per seguirlo e vedere che cosa o meglio Chi esso voleva annunciare: un re così grande e così potente da essere esso stesso luce che rende con il suo amore più luminosa quella Stella e non solo, ma la vita di tutti coloro che si lasciano illuminare dall’amore di Gesù a tal punto da divenire essi stessi tante piccole luci d’amore nel buio di un mondo che spesso si lascia avvolgere dall’oscurità della lontananza da Dio. Da questa Stella luminosa quando, dopo essersi fermata a Betlemme, torna indietro, racconta il Cardinale, si staccano tante piccole stelle quanti sono i buoni e bei gesti d’amore che facciamo, e ricadono su coloro che li fanno, trasformando essi stessi in luce, luce che indica la strada di avvicinamento a Gesù e che chiamiamo: Fede.
La luce della fede è allora un dono di Dio Padre per farci guardare a Gesù come la fonte della luce, quella luce che ciascuno deve impegnarsi a portare per scaldare e rischiare chi è accanto a noi.
 Allora Natale, festa della luce, è festa per noi quando viviamo in quella luce che è il Cristo e permettiamo agli altri di vivere il questa stessa luce che noi doniamo attraverso gesti buoni, ma non solo in quel giorno,  esorta il cardinale, ma in tutti i giorni dell’anno che seguono il Natale. Riempiamo allora la nostra vita di piccole stelle luminose e portiamole nel mondo come piccole luci d’amore, segno di altrettanti gesti di bontà, di servizio, anche i più piccoli e a volte più nascosti ed umili, come umile e nascosta è stata la nascita di Colui che, al culmine della storia, è venuto ad abitare in mezzo a noi.