L’ Adorazione Eucaristica proposta dall’Ufficio Catechistico Diocesano, è la conclusione del cammino che è stato percorso durante tutta la Quaresima nella quale, di tappa in tappa, siamo stati assieme nel deserto, avendo come meta l’oasi della bellezza e della gioia di Cristo Risorto. Ma prima di questa meta finale, dalla quale poi ripartire subito per giungere alla Pentecoste, sostiamo con Gesù Eucaristia, presso l’altare della reposizione, dove è stato riposto dopo la S. Messa in Coena Domini per essere adorato, in attesa del grande silenzio del Sabato Santo e della esplosione di gioia della Veglia Pasquale. Come sempre tale piccolo sussidio è solo un suggerimento che può essere modificato a seconda delle esigenze dei catechisti e della realtà a cui viene proposto. Gli zaini portati durante il camino sono deposti davanti all’altare, siamo stanchi, ma Gesù ci invita a stare a tavola con lui; ma prima c’è il ringraziamento per il percorso fatto e la richiesta di perdono per tutte le stanchezze e negligenze di cammino che l’hanno a volte frenato e insinuato la tentazione della resa. Dopo il canto di grazie, segue la richiesta del Perdono su una schema penitenziale offerto dal salmo 22, già presente nel sussidio quaresimale; il canto di abbandono fiducioso al Padre termina questo 1° momento.
Nel 2° momento che segue, contempliamo Gesù “acqua viva per la nostra sete”. Dopo l’ascolto di un brano dal Vangelo di Matteo e di Giovanni, una borraccia viene deposta ai piedi dell’altare: è il segno che abbiamo bisogno della sua acqua per ristorarci e continuare il nostro cammino. Con una preghiera si rende grazie per il dono dell’acqua e per il dono grande della Grazia. Il canto “Acqua siamo noi” segna il passaggio al 3° momento, in cui, al canto “Pane del cielo”, si depone un pane sull’altare: in esso è racchiusa la nostra vita e il nostro lavoro; Gesù saprà trasformarlo in cibo per la vita eterna. Un brano della Parola, una preghiera di adorazione e poi… la conclusione adorante e silenziosa…per restare nel clima raccolto e di contemplazione che questi giorni del Triduo richiedono a tutti noi e ai bambini e ragazzi del catechismo, in attesa della luce del Risorto che squarcerà le tenebre della morte nella notte della Pasqua.
Nel 2° momento che segue, contempliamo Gesù “acqua viva per la nostra sete”. Dopo l’ascolto di un brano dal Vangelo di Matteo e di Giovanni, una borraccia viene deposta ai piedi dell’altare: è il segno che abbiamo bisogno della sua acqua per ristorarci e continuare il nostro cammino. Con una preghiera si rende grazie per il dono dell’acqua e per il dono grande della Grazia. Il canto “Acqua siamo noi” segna il passaggio al 3° momento, in cui, al canto “Pane del cielo”, si depone un pane sull’altare: in esso è racchiusa la nostra vita e il nostro lavoro; Gesù saprà trasformarlo in cibo per la vita eterna. Un brano della Parola, una preghiera di adorazione e poi… la conclusione adorante e silenziosa…per restare nel clima raccolto e di contemplazione che questi giorni del Triduo richiedono a tutti noi e ai bambini e ragazzi del catechismo, in attesa della luce del Risorto che squarcerà le tenebre della morte nella notte della Pasqua.
Impaginazione Pina Oro