Nel pomeriggio di giovedì 2 novembre il Cardinale Bagnasco ha celebrato la S. Messa con tutti i parroci della città nel cimitero di Staglieno, nella cappella; il maltempo ha, infatti, impedito che si potesse celebrarla all'aperto.
Numerosi i sacerdoti che hanno concelebrato; tanti anche i fedeli presenti; al termine della Messa l'Arcivescovo ha benedetto le tombe del cimitero e ha quindi visitato il campo dove sono sepolti sacerdoti, religiosi e suore.
Di seguito il testo integrale dell'omelia pronunciata durante la Messa:
Carissimi fratelli e sorelle nel Signore,
nel cuore del cimitero – luogo dei dormienti – preghiamo per i defunti; le loro anime immortali hanno bisogno del nostro suffragio, della celebrazione della Messa, delle opere di carità che il Vangelo ci ha ancora una volta ricordato, perché la misericordia divina le purifichi dai peccati e sia pegno di vita eterna.
Cari amici, una certa visione materialista ci vuole far credere che con la morte tutto finisce, e ci attende il buio del nulla. Conseguenza di questa menzogna è un modo di vivere egoista, dove ciò che conta è l’io di ciascuno, l’interesse individuale, l’affermazione sugli altri: la vita si riduce allora a una gara affannosa e disperata per avere e godere. Oltre a creare il vuoto e l’insoddisfazione, questo modo di pensare origina una società triste come vediamo attorno a noi.
E’ anche per questo che abbiamo tanto bisogno di tornare al cimitero e ascoltare la voce dei defunti, per poter vivere. Se però guardiamo ai nostri defunti, se sostiamo davanti alle loro tombe, allora sentiremo voci diverse che ci parlano di bontà e altruismo, di amore e di sacrificio, di onestà. Voci che ci dicono cose diverse rispetto alla mentalità materialista che vuole schiacciare la nostra vita, ridurla a polvere, materia, tempo che si consuma e non torna più. I defunti ci parlano di Gesù che salva dalla paura, e ci rivelano ciò che siamo realmente: l’uomo non è orfano in un mondo ostile e oscuro, non è frutto del caso cieco o beffardo. Possiamo essere soli, quanta solitudine c’è anche nella nostra città, nelle nostra case, in Liguria in modo particolare, dove deteniamo il primato della denatalità a livello europeo. Come comunità cristiana dobbiamo essere attenti a scovare le innumerevoli solitudini che stanno intorno a noi, di persone che conosciamo, ma che per dignità e vergogna cercano di non farsi notare. Possiamo essere soli, ma mai orfani: ognuno è pensato da Dio che è amore. Cari amici, ricordiamo: se noi ci allontaniamo da Gesù, Lui ci viene a cercare; se noi lo dimentichiamo Lui viene a bussare alla nostra porta; se noi siamo peccatori, e lo siamo, Lui ci perdona.
Il mondo ha sconfinato bisogno di amore perché è smarrito, senza riferimenti veri che gli indichino la via della luce. Non riusciamo a comprendere la violenza assurda anche di questi giorni: perché il mondo è così in subbuglio? Sono convinto che ogni forma di violenza nasce dal non sentirsi amati. Non possiamo vivere se non ci sentiamo amati, cresce in noi il risentimento e la tristezza, tutto questo può diventare reazione, violenza, morte. Non ci sono riferimenti veri che indichino la strada della luce. Il mondo crede che essere adulto e libero significhi rifiutare Dio e fare da solo. Ma vediamo i risultati: è forse, il nostro mondo, più umano e più buono senza Dio? Va più veloce sulla via della verità, del progresso, della civiltà? Ha creato una società più giusta, più umana, più libera, più felice e più vivibile? Oppure lo vediamo più impaurito, triste e quindi violento?
La fede non toglie nulla all’uomo, alla sua voglia di felicità e di vita, alla sua libertà e al suo slancio. Dio ha creato l’uomo libero e quindi responsabile; l’uomo sente che se non risponde a nessuna delle proprie azioni, non è abbastanza libero e ciò che compie non ha valore. Dobbiamo affrontare un giudizio e questo è una grazia. Oggi una certa parte del mondo è malata di un’assenza di giudizio, l’umanità in fondo al proprio cuore sente di dover essere giudicata, questo è bello e alto, riconosce la nostra dignità. Dio e la fede sono un grande “sì” all’uomo e alla sua ansia di felicità. Il Signore ci chiede, con l’umiltà di cui solo Dio è capace, di fargli un po’ di posto; ci domanda di lasciarci amare da Lui.
Spalanchiamo, cari amici, senza paura lo porta a Gesù, abbiamo fiducia, non temiamo di arrenderci al suo amore: solo Lui sa che cosa c’è nel profondo del nostro cuore. Solo Lui lo sa e può rispondervi, perché Lui solo è la verità, l’amore e la vita.
nel cuore del cimitero – luogo dei dormienti – preghiamo per i defunti; le loro anime immortali hanno bisogno del nostro suffragio, della celebrazione della Messa, delle opere di carità che il Vangelo ci ha ancora una volta ricordato, perché la misericordia divina le purifichi dai peccati e sia pegno di vita eterna.
Cari amici, una certa visione materialista ci vuole far credere che con la morte tutto finisce, e ci attende il buio del nulla. Conseguenza di questa menzogna è un modo di vivere egoista, dove ciò che conta è l’io di ciascuno, l’interesse individuale, l’affermazione sugli altri: la vita si riduce allora a una gara affannosa e disperata per avere e godere. Oltre a creare il vuoto e l’insoddisfazione, questo modo di pensare origina una società triste come vediamo attorno a noi.
E’ anche per questo che abbiamo tanto bisogno di tornare al cimitero e ascoltare la voce dei defunti, per poter vivere. Se però guardiamo ai nostri defunti, se sostiamo davanti alle loro tombe, allora sentiremo voci diverse che ci parlano di bontà e altruismo, di amore e di sacrificio, di onestà. Voci che ci dicono cose diverse rispetto alla mentalità materialista che vuole schiacciare la nostra vita, ridurla a polvere, materia, tempo che si consuma e non torna più. I defunti ci parlano di Gesù che salva dalla paura, e ci rivelano ciò che siamo realmente: l’uomo non è orfano in un mondo ostile e oscuro, non è frutto del caso cieco o beffardo. Possiamo essere soli, quanta solitudine c’è anche nella nostra città, nelle nostra case, in Liguria in modo particolare, dove deteniamo il primato della denatalità a livello europeo. Come comunità cristiana dobbiamo essere attenti a scovare le innumerevoli solitudini che stanno intorno a noi, di persone che conosciamo, ma che per dignità e vergogna cercano di non farsi notare. Possiamo essere soli, ma mai orfani: ognuno è pensato da Dio che è amore. Cari amici, ricordiamo: se noi ci allontaniamo da Gesù, Lui ci viene a cercare; se noi lo dimentichiamo Lui viene a bussare alla nostra porta; se noi siamo peccatori, e lo siamo, Lui ci perdona.
Il mondo ha sconfinato bisogno di amore perché è smarrito, senza riferimenti veri che gli indichino la via della luce. Non riusciamo a comprendere la violenza assurda anche di questi giorni: perché il mondo è così in subbuglio? Sono convinto che ogni forma di violenza nasce dal non sentirsi amati. Non possiamo vivere se non ci sentiamo amati, cresce in noi il risentimento e la tristezza, tutto questo può diventare reazione, violenza, morte. Non ci sono riferimenti veri che indichino la strada della luce. Il mondo crede che essere adulto e libero significhi rifiutare Dio e fare da solo. Ma vediamo i risultati: è forse, il nostro mondo, più umano e più buono senza Dio? Va più veloce sulla via della verità, del progresso, della civiltà? Ha creato una società più giusta, più umana, più libera, più felice e più vivibile? Oppure lo vediamo più impaurito, triste e quindi violento?
La fede non toglie nulla all’uomo, alla sua voglia di felicità e di vita, alla sua libertà e al suo slancio. Dio ha creato l’uomo libero e quindi responsabile; l’uomo sente che se non risponde a nessuna delle proprie azioni, non è abbastanza libero e ciò che compie non ha valore. Dobbiamo affrontare un giudizio e questo è una grazia. Oggi una certa parte del mondo è malata di un’assenza di giudizio, l’umanità in fondo al proprio cuore sente di dover essere giudicata, questo è bello e alto, riconosce la nostra dignità. Dio e la fede sono un grande “sì” all’uomo e alla sua ansia di felicità. Il Signore ci chiede, con l’umiltà di cui solo Dio è capace, di fargli un po’ di posto; ci domanda di lasciarci amare da Lui.
Spalanchiamo, cari amici, senza paura lo porta a Gesù, abbiamo fiducia, non temiamo di arrenderci al suo amore: solo Lui sa che cosa c’è nel profondo del nostro cuore. Solo Lui lo sa e può rispondervi, perché Lui solo è la verità, l’amore e la vita.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo Metropolita di Genova
Arcivescovo Metropolita di Genova