Cammino sinodale diocesano: l’Équipe con sacerdoti, delegati e organismi di partecipazione

Sabato 6 novembre, all’alba di una fredda e serena mattinata d’autunno inoltrato, con i giochi di luce del sole nascente nel cielo, si è svolto il pellegrinaggio mensile al Santuario della Guardia, presieduto dall’Arcivescovo Mons. Marco Tasca, al quale hanno partecipato molti sacerdoti, religiosi e fedeli. Erano presenti il Vescovo Ausiliare Mons. Nicolò Anselmi, il Vicario Generale Mons. Marco Doldi e i tre Vicari Episcopali. Ha allietato il pellegrinaggio la presenza dei ragazzi della Cresima, di alcuni Cavalieri del Sacro Sepolcro e della Confraternita dell’Assunta di Prà col suo colossale e artistico Cristo. Il pellegrinaggio era anche un momento di preparazione alla prima assembla diocesana, presieduta dall’Arcivescovo, per il cammino sinodale 2021-2023 dal titolo “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”.

Nel Santo Rosario, meditato sulla base del “Documento preparatorio del Sinodo”, si è pregato per questa intenzione. “Sei Tu, Divino Spirito, che ci indichi quali passi compiere. Noi, quali membri della nostra Chiesa diocesana, docili a Te come Maria insieme al suo giusto sposo Giuseppe, vogliamo rimanere aperti e accoglienti alla Tua azione”. “Siamo chiamati e sollecitati a fare memoria di come lo Spirito ha guidato il cammino della Chiesa nella storia”. “Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio”. “Siamo chiamati a coltivare la fede e la speranza nella bontà del Creatore e della sua creazione”. ”La conversione sinodale richiede una maturazione progressiva in percorsi di dialogo, di fraternità e di amicizia”.

L’Arcivescovo nell’omelia ha, innanzitutto, ricordato le parole di Papa Francesco: “Il Sinodo non è un’assemblea costituente, un parlamento o un ‘meeting’, ma al centro c’è lo Spirito Santo che agisce in ogni uomo”. Ha, poi, commentato passo per passo la prima lettura, scelta dall’Arcidiocesi appositamente per questa occasione, dall’andamento molto vivace e imperniata sull’idea del cammino: cammino di Salvezza guidato dallo Spirito del Signore. Si tratta dell’incontro tra Filippo e l’eunuco etiope (At 8, 26-40).

Questo incontro ci fa compiere un viaggio fantastico nella Palestina dei tempi degli Apostoli, che del resto non era molto diversa da quella dei nostri tempi. È un viaggio alla scoperta di noi stessi. Il diacono Filippo, dopo aver predicato in Samaria, al centro della Palestina, viene inviato da un angelo a sud, nella zona di Gaza, luogo di frontiera, da sempre di importanza strategica. Lì incontra un Etiope che, da Gerusalemme, ritorna nella sua terra d’origine. L’Etiopia è ancora lontana: occorre attraversare la striscia di Gaza, tutto l’Egitto, andare oltre. E a quei tempi è davvero un’avventura. “La strada è deserta” – specificano gli Atti degli Apostoli. La strada, oggi asfaltata, verso Gaza piega a sud in una regione che diventa sempre più desertica e sabbiosa.

“Un Angelo del Signore parlò a Filippo e disse: Alzati e va’ verso il Mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza”.

Mons. Tasca ha osservato: “Mi pare interessante un aspetto. Quello che accade non accade in base a una decisione umana. L’episodio si concentra su Filippo e l’eunuco, ma il vero protagonista dell’incontro è lo Spirito del Signore che apre strade nuove”.

“Filippo si alzò e si mise in cammino. Quand’ecco che un Etiope, eunuco, funzionario di Candace regina di Etiopia, amministratore di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaia”.

Ha detto Mons. Tasca: “Da una parte, c’è Filippo che obbedisce all’invito dell’Angelo. ‘Si alzò e si mise in cammino’. Dall’altra, c’è quest’uomo etiope di cui non conosciamo il nome. Egli non è uno qualunque. È un uomo potente: è un funzionario della corte di Etiopia. E’ un uomo ricco e colto: possiede un carro e legge un manoscritto. Però, è straniero ed eunuco. L’eunuco secondo il Deuteronomio non può entrare nel Tempio. Secondo la Genesi è un maledetto. Lo Spirito Santo invia Filippo proprio a lui”.

“Disse allora lo Spirito a Filippo: ‘Va’ avanti e accostati a quel carro’. Filippo corse innanzi”.

Ha detto ancora Mons. Tasca: “Lo Spirito invita Filippo ad andare avanti, ad andare oltre quello che si è sempre fatto. ‘Accostati al suo carro’. Unisciti al suo cammino. Incontra l’Etiope nella solitudine della sua condizione. Quest’uomo viene da lontano: ‘Era venuto per il culto a Gerusalemme’. Desidera capire quello che sta leggendo. Filippo lo intuisce e apre il dialogo con una domanda: ‘Capisci quello che leggi?’. L’Etiope risponde con tre domande, progressive del suo itinerario di fede: prima, ‘Come potrei capire se nessuno mi istruisce?’; poi, ‘Di chi il profeta dice questo?’; infine: ‘Che cosa impedisce che io sia battezzato?’ L’incontro è coinvolgente. ‘E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui’. All’inizio, l’Etiope non riesce a capire un episodio di Isaia in cui si parla di una pecora sacrificata. Poi, Filippo gli spiega la storia di Gesù. Alla fine, l’Etiope meravigliato gli chiede di essere battezzato. ‘Che cosa impedisce che io sia battezzato?’. ‘E scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco. Ed egli lo battezzò’. Le sue domande adesso si tramutano in gioia: la gioia dell’incontro con lo Spirito del Signore. Posso, forse, essere io di intralcio a una nuova storia di Salvezza?”.

Così ha concluso l’Arcivescovo: “Chiediamo alla Madonna della Guardia che anche noi, illuminati dallo Spirito del Signore, possiamo essere strumenti di ascolto per tutti. Il più bel dono che possiamo fare al prossimo è la conversione, che ci coinvolge tutti nel battesimo. ‘E scesero tutti e due nell’acqua’. Preghiamo affinché questo Sinodo sia bello. E lo sarà nella misura in cui, guidati dallo Spirito, davvero ci lasceremo coinvolgere interamente”.

PierLuigi Pastorino

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