Nel bellissimo Palazzo dei Priori di Perugia, la Galleria Nazione dell’Umbria ospita da venerdì 6 marzo l’esposizione Taddeo di Bartolo. Maestro itinerante del polittico, mostra monografica sull’artista senese riconosciuto come uno dei massimi esponenti della pittura degli ultimi decenni del Trecento e primi del seguente. Per l’occasione, sono state richieste due importanti opere conservate nelle nostre chiese genovesi: le piccole tavole ambedue raffiguranti la Madonna con il Bambino custodite nell’altare della Basilica di Santa Maria delle Vigne, opera dello stesso Taddeo, e nella chiesa di San Rocco di Principe, dipinta da Nicolò da Voltri, suo allievo e collaboratore.
Il percorso espositivo è stato pensato come una chiesa francescana ad aula, nella quale sono raccolte opere provenienti da prestigiosi musei internazionali, quali il Louvre di Parigi e il Szépművészeti Múzeum di Budapest: curata da Gail E. Solberg, eminente studiosa di Taddeo di Bartolo, la mostra traccia e ricompone per la prima volta complessi decorativi di straordinaria importanza, tra i quali l’imponente apparato figurativo della ormai smembrata pala di San Francesco al Prato di Perugia, di cui la Galleria Nazionale dell’Umbria conserva ben tredici elementi. A questo sono state affiancate le parti mancanti, finora individuate, come le sette tavole della predella raffiguranti le Storie di San
Francesco, conservate tra il Landesmuseum di Hannover (Germania) e il Kasteel Huis Berg a s’-Heerenberg (Paesi Bassi), e il piccolo San Sebastiano del Museo di Capodimonte a Napoli, che probabilmente decorava uno dei piloni della carpenteria.
Taddeo di Bartolo fu uno dei più apprezzati artisti di fine Trecento: fu infatti un artista itinerante, che raggiunse mete lontane, ben oltre a quelle di qualunque altro artista a lui contemporaneo; ottenne commissioni da famiglie politicamente ed economicamente potenti, da committenze pubbliche, da grandi ordini religiosi e confraternite, che lo resero famoso per i suoi magnifici cicli d’affreschi, realizzati nei luoghi più importanti di Siena, Pisa, San Giminiano, Volterra e Roma.Transitò e si fermò anche a Genova per ben due volte, dove dipinse per gli Olivetani, stabiliti nella Chiesa di San Gerolamo di Quarto, la cappella accanto al presbiterio della quale rimangono ancora visibili le figure di San Bernardo e San Benedetto.
La mostra di Perugia accoglie il suo capolavoro genovese, la piccola tavola rimanente della Madonna con Bambino, dipinta per l’altare maggiore della Chiesa di Santa Maria delle Vigne negli anni 1397-1398, parte di un trittico nel quale l’immagine della Madonna doveva essere posta al centro, circondata da una poderosa corte di angeli, dei quali rimangono tracce nelle aureole tagliate poste ai bordi. La pala fu nei secoli successivi smembrata e occultata, per essere riscoperta
miracolosamente e divenire nel 1603 il fulcro della nuova cappella santuario dedicata alla
Vergine delle Vigne: fu posta al centro delle cimasa del nuovo altare, sorretta dalle statue delle tre Virtù teologali scolpite da Filippo Parodi nel 1661, soprastanti la statua dei fratelli Orsolino, nuovo simulacro della Vergine delle Vigne. Restaurata in occasione dei lavori condotti per il recupero della cappella nel 2014, la piccola pala fu esposta al Museo Diocesano per alcuni mesi, fatto che permise di potere ammirare da vicino al raffinatezza dell’esecuzione del dipinto. Accanto alla Madonna delle Vigne è esposta la piccola tavola custodita nella chiesa di San Rocco di Principe, attestata dalla critica al pennello di Nicolò da Voltri, artista locale collaboratore di Taddeo. Grazie al sostegno della Galleria Nazionale dell’Umbria, il dipinto è stato restaurato dal laboratorio di Nino Silvestri, che già si era occupato del recupero della tavola delle Vigne.
La mostra non è attualmente visitabile, data l’emergenza sanitaria in corso, ma per coloro che desiderano visitarla on line è possibile collegarsi all’indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=tsq52lH80Ng.
È prevista l’apertura fino al 7 giugno 2020.