Una percentuale significativa del gettito che la Chiesa cattolica in Italia riceve attraverso il sistema dell’8xmille viene destinato all’edilizia di culto e ai beni culturali: un ambito molto vasto, che va dalla costruzione di nuove chiese ed edifici per la pastorale alla manutenzione del ricchissimo patrimonio esistente, fino alla gestione attiva di musei, archivi, biblioteche. Nel 2022 la cifra stanziata è stata di 109 milioni di euro.
Questi fondi sono poi integrati, attraverso quanto lo stesso 8xmille assicura alle singole diocesi per le attività pastorali e di culto, a favore delle parrocchie, specialmente le più povere, quando devono sostenere spese per la conservazione del patrimonio ecclesiastico non coperte altrimenti.
Padre Mauro De Gioia, Coordinatore dell’Ufficio Beni Culturali diocesano, ha sottolineato le motivazioni dell’importanza della destinazione dell’8xmille ai luoghi di culto.
“Si tratta di un aiuto significativo – ha detto – a favore delle singole comunità cristiane così capillarmente diffuse nel nostro territorio nazionale e che risponde a varie finalità. Innanzitutto quella pastorale, perché garantisce la conservazione di quegli edifici che sono necessari per il culto pubblico e la vita comunitaria della Chiesa”.
Ogni anno riusciamo a realizzare due o tre progetti, tenendo conto che la cifra a disposizione va sempre più riducendosi e che questi progetti sono coperti dalla Cei in conto percentuale e alle comunità rimangono le fatiche di trovare la copertura per il resto. C’è interazione col mondo degli sponsor, specialmente le Fondazioni, che garantiscono il ‘fine lavori’ in quelle comunità che altrimenti con le sole offerte dei fedeli non riuscirebbero.
I fondi vengono anche distribuiti al nostro Archivio diocesano, alla Biblioteca e al Museo diocesano per la promozione di attività, non per la gestione.
La Chiesa mantiene dei beni artistici con parecchi vincoli anche dal punto di vista della legge civile, e con scarsi contributi pubblici. Tutto questo è un servizio che noi facciamo non solamente alla Chiesa proprietaria di tali beni, ma lo facciamo all’Italia stessa. Il nostro è un Paese con il maggior numero di beni culturali.
A Genova è così ed è un grande vanto che le nostre chiese siano sempre a ingresso gratuito.
Il patrimonio di Fede e Arte ereditato dai nostri padri è un servizio a favore di tutti e delle generazioni future e che ha permeato la nostra Italia di Bellezza.
(L’intervista integrale su Il Cittadino n. 33 del 24 settembre 2023)