Anche la Diocesi di Genova ha iniziato, sabato 16 e domenica 17 ottobre, il cammino sinodale, in adesione con il percorso proposto da Papa Francesco “Per una Chiesa sinodale: Comunione, partecipazione e missione”.
Il Sinodo che si è avviato per tutta la Chiesa universale, si svilupperà per il prossimo quinquennio, secondo alcune tappe…
Si comincia con il biennio dedicato all’ascolto “dal basso”, ossia un ascolto che sappia coinvolgere il maggior numero possibile di persone, con attenzione specifica alle periferie, agli emarginati, a chi è lontano dalla Chiesa.
Per far questo, in sintonia con quanto indicato dalla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, è nata in Diocesi una apposita equipe, guidata da don Gianni Grondona, Vicario episcopale per la Sinodalità, con il compito di individuare il cammino diocesano e gli strumenti per realizzarlo.
Da qui l’invito ai parroci, alle associazioni, ai movimenti e alle famiglie religiose, di indicare dei referenti con il compito di annunciare il cammino sinodale nelle parrocchie e nei gruppi di riferimento.
E con l’incontro dei referenti, ben 300, è iniziato sabato 16 ottobre il cammino sinodale della Diocesi.
L’incontro, ospitato nell’ex stabilimento Postel a Multedo, ha costituito anche la prima occasione di ritrovo con il Vescovo dopo i lunghi mesi della pandemia.
Don Gianni Grondona e l’equipe diocesana hanno accolto tutti i referenti, cui è stato consegnato un sussidio contenente il Documento preparatorio e il vademecum per il Sinodo, e una informativa sul cammino che va ad iniziare.
La lettura del brano degli Atti degli Apostoli (Capitolo 10) relativa all’incontro fra Pietro e Cornelio, commentata dall’Arcivescovo, ha aiutato i referenti a meglio comprendere il vero significato del Sinodo. E’ stata anche proposta, attraverso un video, una sintesi del discorso del Papa alla Diocesi di Roma in occasione…
Mons. Marco Tasca ha rilevato come questa giornata di inizio del cammino sinodale sia vissuta in comunione con tutta la Chiesa cattolica, nello stesso momento. “Iniziamo un cammino che il Papa ci chiede di fare e noi lo facciamo con semplicità. Noi ascoltiamo il Papa e siamo certamente sulla buona strada”.
Riferendosi al lungo brano degli Atti degli Apostoli, il Vescovo ha richiamato l’attenzione sulla figura di Cornelio, un uomo pagano a cui appare in visione un Angelo di Dio che gli chiede di mandare a chiamare Pietro: “Cornelio è un pagano, centurione dell’esercito, che sta occupando la Palestina, ma nel testo viene descritto anche come uomo pio e timorato di Dio”.
Nello stesso tempo – ha continuato il Vescovo nella sua spiegazione – a Pietro viene fame mentre si trova in preghiera e ha anch’egli una visione, una tovaglia con ogni sorta di animali, che Pietro però si rifiuta di mangiare, memore degli antichi insegnamenti del Levitico…. e dimentico di quanto insegnato da Gesù.
Il successivo incontro con Cornelio instilla nuove riflessioni in Pietro: “Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga è a lui ben accetto”.
E nuove riflessioni devono nascere in tutti, ha detto Mons. Tasca: “Da tanti anni ciascuno di noi segue una tradizione nello svolgimento delle proprie attività, nelle parrocchie, nelle associazioni e nei gruppi. La lettura dell’incontro fra Pietro e Cornelio ci insegna che andare avanti secondo le proprie categorie rappresenta un rischio”.
Il vero significato di questo Sinodo, dunque, è “darci la possibilità di accogliere la grazia di incontrarci, non solo tra noi ma con tutti i figli e le figlie di Dio”.
“Il Sinodo – ha detto l’Arcivescovo – è creare occasioni e possibilità di accogliere la grazia dell’incontro”: è grazie all’incontro con l’altro che “sapremo spiegarci le nostre vite, i nostri dubbi, le nostre fatiche, i nostri sogni”; solo camminando insieme se ne potrà cogliere il vero significato.
In sintesi, Pietro viene illuminato dall’esempio di vita di Cornelio, e il suo essere pagano ma pio suscitano in lui nuove domande e nuove riflessioni.
“Pietro incomincia a intuire qualcosa, ridefinisce le sue convinzioni, non per annullare le altre, ma per trovare una nuova sintesi che è dono dello Spirito Santo”
Nell’incontro con Cornelio, Pietro non ha davanti a sè un “piano pastorale”, ha detto il Vescovo, ma ha davanti a sè l’incontro con la storia di un uomo, la sua vita, le sue azioni”.
Questo è dunque il procedere della Chiesa: prima di dare etichette e timbri, ciascuno è chiamato a cogliere la storia che Dio sta facendo su ogni uomo. “Pietro ha corso di dare a Cornelio, pagano e centurione, un’etichetta sbagliata”. Il senso del Sinodo convocato da Papa Francesco è dunque proprio questo: “Parliamo con quelli che non credono, interrogandoci sulla storia che Dio sta facendo. Oggi, 16 ottobre 2021, il Signore è presente in questa nostra storia. Perchè, come Pietro, facciamo così fatica a coglierlo? Se Dio è presente in questa nostra storia, perchè non cogliamo la sua presenza e facciamo la stessa fatica che ha fatto Pietro? Perchè ci si basa sulle nostre convinzioni.
Pare che quello che siamo chiamati a fare come credenti è riconoscere l’opera del Signore e rendere visibile quanto lui ha già compiuto: questo è il nostro compito.
Cogliere l’opera di Dio e renderla visibile; Dio agisce in tutte le donne e gli uomini, e il vero perivolo è quello di essere di impedimento all’azione della grazia, questo è il male dal quale guardarsi.
Francesca Di Palma
Alcune foto della giornata
La registrazione dell’incontro