Mancava un quarto d’ora alle 16 di domenica 13 dicembre 2015 quando il Cardinale Bagnasco ha spalancato la porta della Cattedrale: è iniziato anche nella diocesi di Genova, con questo gesto simbolico che accomuna le diocesi di tutto il mondo, il Giubileo della Misericordia, l’Anno Santo voluto da Papa Francesco perché i fedeli sentano ancora più vicina la presenza di Cristo, il suo amore che è infinito, perdona e si apre continuamente all’uomo che decide di seguirlo.
“La misericordia – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia – non è un sentimento vago, un contenitore vuoto da riempire di emozioni e slanci passeggeri, ma è il cuore di Dio, il suo amore che si rivela come assoluta fedeltà agli uomini”.
Ancora il Cardinale ha sottolineato la bellezza della fede che il Giubileo, tempo di grazia straordinaria, vuole ricordarci, perché non sia una fede tiepida, abitudinaria, ma animata continuamente dalla misericordia del Padre: “Oh voi che ascoltate, e che siete venuti oggi per varcare la soglia benedetta, forse mi direte: ma noi siamo cristiani, altrimenti non saremmo qui; partecipiamo alla messa festiva, serviamo le nostre comunità, cerchiamo di fare del bene. Che cosa ci manca? Cari Amici e figli, tutto ciò è buono ed è grazia, ma ci può mancare qualcosa: possiamo scivolare – senza accorgerci – nella tiepidezza del cuore e nell’aridità della vita. Possiamo abituarci alla fede, all’amore di Dio – vedete, abituarci all’amore di Dio è morire di inedia!; possiamo assuefarci ad un cristianesimo mediocre che si accontenta di fare il minimo senza desiderare il meglio, la santità. … Possiamo credere che Dio esiste, ma vivere come se Dio non ci fosse. Possiamo, anche senza volerlo, ridurre la fede a una riserva di buoni sentimenti, anziché intuire con un brivido di adorazione che noi esistiamo perché Dio vive, e così lasciarcene possedere, affascinare, ghermire”.
Infine, da parte dell’Arcivescovo un invito a varcare la Porta Santa, a vivere questo Anno Santo: “Cari amici, da soli o con i vostri sacerdoti e i gruppi, ritornerete alla Porta della Misericordia. Vorrei essere io ad accogliervi almeno nei pellegrinaggi vicariali, per pregare con voi e per voi… Venite tutti alla Porta Santa: voi famiglie portate i vostri figli, i nipoti, le persone care. La Porta è aperta per tutti! La Madonna, come ogni Madfre, vede e provvede, parla di noi al Figlio che porta in grembo, e dirà a ciascuno, oltre la comune esortazione “fate quello che vi dirà”, anche una parola speciale, segreta, la parola giusta per ognuno.
Contemporaneamente la Porta Santa è stata aperta al Santuario N. S. della Guardia da Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare, che si è soffermato nella sua omelia soprattutto sul valore della misericordia di Dio che ama e perdona ciascuno indipendentemente dalle sue cadute e manchevolezze: “La misericordia di Dio su ciascuno di noi deve diventare la misura della nostra misericordia nei confronti del prossimo ogni giorno” – ha detto. Ancora, Mons. Anselmi ha pregato affinché non si cada nel grande inganno che si sta costruendo intorno alla Chiesa, in un momento in cui il mondo sembra allontanare l’idea che Dio ama ogni uomo: “Ognuno di noi – ha detto ancora Mons. Anselmi – deve diventare esempio di questo amore infinito”.
“La misericordia – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia – non è un sentimento vago, un contenitore vuoto da riempire di emozioni e slanci passeggeri, ma è il cuore di Dio, il suo amore che si rivela come assoluta fedeltà agli uomini”.
Ancora il Cardinale ha sottolineato la bellezza della fede che il Giubileo, tempo di grazia straordinaria, vuole ricordarci, perché non sia una fede tiepida, abitudinaria, ma animata continuamente dalla misericordia del Padre: “Oh voi che ascoltate, e che siete venuti oggi per varcare la soglia benedetta, forse mi direte: ma noi siamo cristiani, altrimenti non saremmo qui; partecipiamo alla messa festiva, serviamo le nostre comunità, cerchiamo di fare del bene. Che cosa ci manca? Cari Amici e figli, tutto ciò è buono ed è grazia, ma ci può mancare qualcosa: possiamo scivolare – senza accorgerci – nella tiepidezza del cuore e nell’aridità della vita. Possiamo abituarci alla fede, all’amore di Dio – vedete, abituarci all’amore di Dio è morire di inedia!; possiamo assuefarci ad un cristianesimo mediocre che si accontenta di fare il minimo senza desiderare il meglio, la santità. … Possiamo credere che Dio esiste, ma vivere come se Dio non ci fosse. Possiamo, anche senza volerlo, ridurre la fede a una riserva di buoni sentimenti, anziché intuire con un brivido di adorazione che noi esistiamo perché Dio vive, e così lasciarcene possedere, affascinare, ghermire”.
Infine, da parte dell’Arcivescovo un invito a varcare la Porta Santa, a vivere questo Anno Santo: “Cari amici, da soli o con i vostri sacerdoti e i gruppi, ritornerete alla Porta della Misericordia. Vorrei essere io ad accogliervi almeno nei pellegrinaggi vicariali, per pregare con voi e per voi… Venite tutti alla Porta Santa: voi famiglie portate i vostri figli, i nipoti, le persone care. La Porta è aperta per tutti! La Madonna, come ogni Madfre, vede e provvede, parla di noi al Figlio che porta in grembo, e dirà a ciascuno, oltre la comune esortazione “fate quello che vi dirà”, anche una parola speciale, segreta, la parola giusta per ognuno.
Contemporaneamente la Porta Santa è stata aperta al Santuario N. S. della Guardia da Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare, che si è soffermato nella sua omelia soprattutto sul valore della misericordia di Dio che ama e perdona ciascuno indipendentemente dalle sue cadute e manchevolezze: “La misericordia di Dio su ciascuno di noi deve diventare la misura della nostra misericordia nei confronti del prossimo ogni giorno” – ha detto. Ancora, Mons. Anselmi ha pregato affinché non si cada nel grande inganno che si sta costruendo intorno alla Chiesa, in un momento in cui il mondo sembra allontanare l’idea che Dio ama ogni uomo: “Ognuno di noi – ha detto ancora Mons. Anselmi – deve diventare esempio di questo amore infinito”.
Leggi il testo integrale dell'omelia del Cardinale Arcivescovo