Nato nell’anno della Rivoluzione francese, il 12 aprile 1789, a Cereta, presso Chiavari, Antonio Maria Gianelli fu a modo suo un rivoluzionario. Entrato in seminario a diciannove anni, fu ordinato sacerdote quattro anni dopo. Insegnante di lettere e di retorica, ebbe tra i suoi alunni dei giovani destinati a brillare nel firmamento cristiano, come il venerabile Frassinetti.
Per accogliere il nuovo vescovo, mons. Lambruschini, il professor Gianelli organizzò a Genova una recita intitolata “La riforma del seminario” che ebbe una notevole eco. Erano gli anni della Restaurazione, dopo la fiammata napoleonica.
Dal 1826 al 1838 fu arciprete a Chiavari. Questo periodo, che egli definirà “della cattiva coltivazione”, è contrassegnato da una somma di innovazioni pastorali nella sua parrocchia e dalla creazione di varie istituzioni, come un proprio seminario e la riscoperta della Summa di S. Tommaso nella preparazione teologica e filosofica dei candidati al sacerdozio. Sotto il nome inconsueto di Società Economica prese l’avvio una benefica istituzione culturale e assistenziale affidata da don Gianelli “alle cure delle Signore della Carità” per l’istruzione gratuita delle ragazze povere. Era l’abbozzo della fondazione, avvenuta nel 1829, delle Figlie di Maria, conosciute tuttora col nome di suore Gianelline, destinate a una rapida espansione e ad un proficuo apostolato nell’America Latina.
Due anni prima aveva creato una piccola congregazione missionaria, posta sotto il patrocinio di S. Alfonso M. de’ Liguori, per la predicazione di particolari missioni al popolo e l’organizzazione del clero.
Nel 1838 venne eletto vescovo di Bobbio; coadiuvato dai Liguoriani, la sua giovane congregazione, che egli ricostituì col nome di Oblati di S. Alfonso, ricucì le molte smagliature del tessuto ecclesiastico della sua diocesi, rimuovendo parroci poco zelanti ed espellendone gli indegni.
Tra i suoi Liguoriani ci fu anche un apostata, don Cristoforo Bonavino, una mente vivissima, meglio noto con lo pseudonimo di Ausonio Franchi; nazionalista e ateo, che ritornò poi alla genuina fede cristiana, sconfessando le sue opere precedenti con Ultima critica e rendendo una pubblica testimonianza di devozione a mons. Gianelli che gli era stato vicino nei momenti più acuti della sua crisi spirituale. Il “santo delle suore”, come viene chiamato nell’America Latina, dove tuttora fioriscono le sue istituzioni femminili, chiuse prematuramente la sua vita terrena, all’età di 57 anni, il 7 giugno 1846.
Dichiarato beato nel 1925, venne canonizzato da Pio XII il 21 ottobre 1951.
da: www.beatiesanti.it