Si sposano, ma sono talmente immaturi da non essere in grado di assumersi gli oneri coniugali, sono talmente fragili da non riuscire ad affrontare le difficoltà, sono così poco autonomi da non riuscire a relazionarsi e a prendere decisioni; tra i principali casi di 'dipendenza' figura quella dai propri genitori, il cosiddetto 'mammismo'. Nella relazione di Mons. Paolo Rigon, che ha aperto l'anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico, sempre lucida e illuminante, questo aspetto ha colpito in modo particolare l'attenzione dell'opinione pubblica nazionale. Tra i motivi gravi, che rendono nulli i Matrimoni sin dall'origine, c'è questo condizionamento sulla vita di uno dei due coniugi, che trova le basi già nell'infanzia e nella giovinezza: l'incapacità di staccarsi dai genitori o da uno di loro, al punto che per ogni scelta è necessaria la sua approvazione; di fatto, il genitore psicologicamente prende il posto del coniuge, mentre la persona sposata sarà solo la sostituta.
Mons. Paolo Rigon, Vicario giudiziale, ha condotto un'ampia analisi sull'attività del Tribunale ecclesiastico della Liguria. A fronte delle migliaia di separazioni coniugali che ogni anno avvengono in Liguria le cause di nullità del Matrimonio affrontate dal Tribunale ecclesiastico sono come una goccia nel mare: nel 2013 sono state introdotte 114 nuove cause, ovvero sedici in meno rispetto all'anno precedente. A riprova della difficile situazione economica, nonostante il basso costo del processo canonico, che ammonta a 525 euro, in ben 36 cause non è stato versato nulla e il Tribunale sta procedendo gratuitamente. In prima istanza sono state chiuse 97 cause: di queste 86 sono state affermative, cioè hanno dichiarato la nullità del Matrimonio, cinque sono state negative e sei si sono interrotte per cause accidentali. In grado di appello per le sentenze provenienti dal Tribunale di Milano sono stati effettuati 167 giudizi: in 137 casi è stata confermata la sentenza di primo grado; tra le 24 sentenze negative sette sono state confermate, mentre in 17 casi è stato ribaltato il verdetto da negativo in positivo; la parola finale spetterà alla Rota Romana; altri sei processi si sono interrotti per fattori accidentali. Va ricordato che viene dichiarata la nullità del Matrimonio, se sussistono già all'origine cause gravi, che rendono invalido il patto nuziale, anche se vengono scoperte e provate successivamente; non si tratta, quindi, di fatti sopravvenuti dopo la celebrazione del Matrimonio.
Mons. Rigon ha preso in considerazione l'aspetto cruciale: gli sposi, che esprimono il consenso, devono essere veramente liberi, quindi non forzati né condizionati. Accanto al caso eclatante della costrizione grave operata dall'esterno, sussistono altre situazioni, nelle quali manca la discrezione di giudizio per problemi neurologici, che sono sempre più diffusi: “vi sono gravi e pesanti condizionamenti -ha fatto notare il Presidente del Tribunale ecclesiastico- che spesso portano a scegliere il Matrimonio senza volerlo”. La decisione di non sposarsi spesso sarebbe la più logica, ma anche la più ardua e difficile e richiede forza di volontà; le attese dei familiari, i preparativi già fatti, il timore di fare soffrire il partner, la paura di dare scandalo, la prospettiva dei commenti della gente: si forma una pressione sociale, difficile da scrollarsi di dosso, per cui, anche se si comprende che sarebbe meglio non sposarsi, lo si fa lo stesso.
Il problema fondamentale, che porta al fallimento di tanti Matrimoni e che sta alla base delle conseguenti dichiarazioni di nullità, è dato dalla sempre più diffusa immaturità e fragilità delle persone e delle coppie. Ne deriva l'incapacità di assumere gli oneri coniugali.