È arrivata alle 15.50 circa, la motovedetta 288 della Guardia Costiera capitanata dall’Ammiraglio Giovanni Pettorino al Porto Antico di Genova. A salutarla, l’applauso dei circa 900 partecipanti al Congresso eucaristico nazionale di Genova, che stanno vivendo uno dei momenti culminanti del Congresso. A bordo della motovedetta che in tre anni ha salvato 1.500 migranti, nelle operazioni nel Mediterraneo e in particolare a largo di Lampedusa, il Santissimo Sacramento, accompagnato da monsignor Alberto Tanasini, vescovo di Chiavari, e accolto dalle note dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice, dal suono delle sirene e dagli spruzzi d’acqua. Poi i canti della schola cantorum diretta da monsignor Marco Frisina. La motovedetta, circondata da 12 gozzi, ha sostato davanti all’Acquario, poi è iniziata l’adorazione eucaristica che si è conclusa con la benedizione eucaristica.
“Adorare è recuperare la misura delle cose, quell’essenziale che conta davvero nel cammino della vita”. Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, presidente della Cei e inviato speciale del Papa al Congresso eucaristico nazionale, accogliendo sul molo del Porto Antico l’arrivo del Santissimo Sacramento. “Adorare – ha proseguito – è lasciarci guardare da Lui, che conforta e incoraggia, illumina e sostiene; Lui, che resta con noi sempre e che ci è così prossimo da farsi trovare a portata di cuore”. “L’adorazione eucaristica – ha spiegato – ci consegna uno ‘stare’ alla presenza di Colui che ci vuol bene e che ci conosce per nome. E questo basta a sentire che non siamo soli nelle tempeste, che siamo importanti per qualcuno, che siamo avvolti da un abbraccio d’amore. questo basta a rendere buona e giusta la vita”. “Nessuno dica: non so pregare, non so cosa dire, la mia fede è troppo povera e distratta”, l’invito del cardinale, che ha paragonato la presenza eucaristica ad una “lanterna che rischiara la notte e vede finalmente il porto verso il quale dirigere il suo andare”.
“Abbiamo visto e incontrato il Signore nel nostro popolo, qui rappresentato dalle delegazioni, nella nostra Chiesa, nel volto della nostra gente”, ha detto il Cardinale in Cattedrale al termine della processione. “Abbiamo intensamente pregato e sperato perché il Congresso eucaristico non fosse soltanto un programma da svolgere, con date e appuntamenti, ma un evento da vivere, cioè un incontro con Gesù”, ha proseguito. “Tutti possiamo dire di averlo incontrato, anzi di averlo visto”, ha detto con voce commossa: “Nel sacramento eucaristico che abbiamo adorato, nei nostri sacerdoti, in tanta gente”. Di qui il “grazie” del cardinale a tutti i partecipanti al Congresso, per “una presenza che non solo onora la nostra Chiesa ma rende bella la Chiesa in Italia e incoraggia il cammino delle nostre comunità”.
“Adorare è recuperare la misura delle cose, quell’essenziale che conta davvero nel cammino della vita”. Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, presidente della Cei e inviato speciale del Papa al Congresso eucaristico nazionale, accogliendo sul molo del Porto Antico l’arrivo del Santissimo Sacramento. “Adorare – ha proseguito – è lasciarci guardare da Lui, che conforta e incoraggia, illumina e sostiene; Lui, che resta con noi sempre e che ci è così prossimo da farsi trovare a portata di cuore”. “L’adorazione eucaristica – ha spiegato – ci consegna uno ‘stare’ alla presenza di Colui che ci vuol bene e che ci conosce per nome. E questo basta a sentire che non siamo soli nelle tempeste, che siamo importanti per qualcuno, che siamo avvolti da un abbraccio d’amore. questo basta a rendere buona e giusta la vita”. “Nessuno dica: non so pregare, non so cosa dire, la mia fede è troppo povera e distratta”, l’invito del cardinale, che ha paragonato la presenza eucaristica ad una “lanterna che rischiara la notte e vede finalmente il porto verso il quale dirigere il suo andare”.
“Abbiamo visto e incontrato il Signore nel nostro popolo, qui rappresentato dalle delegazioni, nella nostra Chiesa, nel volto della nostra gente”, ha detto il Cardinale in Cattedrale al termine della processione. “Abbiamo intensamente pregato e sperato perché il Congresso eucaristico non fosse soltanto un programma da svolgere, con date e appuntamenti, ma un evento da vivere, cioè un incontro con Gesù”, ha proseguito. “Tutti possiamo dire di averlo incontrato, anzi di averlo visto”, ha detto con voce commossa: “Nel sacramento eucaristico che abbiamo adorato, nei nostri sacerdoti, in tanta gente”. Di qui il “grazie” del cardinale a tutti i partecipanti al Congresso, per “una presenza che non solo onora la nostra Chiesa ma rende bella la Chiesa in Italia e incoraggia il cammino delle nostre comunità”.