“In prossimità del Giubileo della Misericordia, rivolgo un appello alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa ad esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi. Un gesto concreto in preparazione all’Anno Santo della Misericordia. Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d’Europa ospiti una famiglia, incominciando dalla mia diocesi di Roma”: questo l'appello pronunciato da Papa Francesco nell'Angelus di domenica 6 settembre 2015.
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA: riportiamo un comunicato dell'Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali relativo all'accoglienza dei profughi
La misericordia di Dio “non è un’idea astratta, ma una realtà concreta”, attraverso la quale Egli “rivela il suo amore come quello di un padre e una madre che si commuovono dal profondo delle viscere per il proprio figlio”.
Le parole d’indizione dell’Anno giubilare straordinario ci scorrono davanti mentre ascoltiamo Papa Francesco rivolgersi ai Vescovi d’Europa, perché in ogni parrocchia, comunità religiosa, monastero e santuario sia ospitata una famiglia di profughi.
È un appello che accogliamo con la gratitudine di chi riconosce nel Successore di Pietro colui che, anche nelle situazioni più complesse, sa additare le vie per un Vangelo vissuto.
È un appello che trova le nostre Chiese in prima fila nel servizio, nell’accompagnamento e nella difesa dei più deboli.
È un appello che in queste settimane custodiremo nel respiro della preghiera e del confronto operativo, arrivando a fine mese a consegnarlo al Consiglio Episcopale Permanente (30 settembre – 2 ottobre), al fine di individuare modalità e indicazioni da offrire a ogni diocesi.
Per l’Anno della Misericordia il Santo Padre ci chiede di “aprire il nostro cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica” e poi chiude in un’“indifferenza che umilia”.
Oggi rinnoviamo la nostra disponibilità a curare queste ferite con la solidarietà e l’attenzione dovuta, riscoprendo la forza liberante delle opere di misericordia corporale e spirituale, via che conduce sempre più al cuore del Vangelo.
Le parole d’indizione dell’Anno giubilare straordinario ci scorrono davanti mentre ascoltiamo Papa Francesco rivolgersi ai Vescovi d’Europa, perché in ogni parrocchia, comunità religiosa, monastero e santuario sia ospitata una famiglia di profughi.
È un appello che accogliamo con la gratitudine di chi riconosce nel Successore di Pietro colui che, anche nelle situazioni più complesse, sa additare le vie per un Vangelo vissuto.
È un appello che trova le nostre Chiese in prima fila nel servizio, nell’accompagnamento e nella difesa dei più deboli.
È un appello che in queste settimane custodiremo nel respiro della preghiera e del confronto operativo, arrivando a fine mese a consegnarlo al Consiglio Episcopale Permanente (30 settembre – 2 ottobre), al fine di individuare modalità e indicazioni da offrire a ogni diocesi.
Per l’Anno della Misericordia il Santo Padre ci chiede di “aprire il nostro cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica” e poi chiude in un’“indifferenza che umilia”.
Oggi rinnoviamo la nostra disponibilità a curare queste ferite con la solidarietà e l’attenzione dovuta, riscoprendo la forza liberante delle opere di misericordia corporale e spirituale, via che conduce sempre più al cuore del Vangelo.
Card. Angelo Bagnasco
Presidente
Mons. Nunzio Galantino
Segretario generale
Presidente
Mons. Nunzio Galantino
Segretario generale
LE DIRETTIVE DELLA NOSTRA ARCIDIOCESI
Riportiamo le indicazioni del Consiglio Episcopale presieduto dall'Arcivescovo sull'accoglienza dei profughi
Riportiamo le indicazioni del Consiglio Episcopale presieduto dall'Arcivescovo sull'accoglienza dei profughi
Dalla riunione del Consiglio Episcopale Diocesano, svoltosi lunedì 7 settembre e presieduto dal Card. Angelo Bagnasco, sono emerse le seguenti indicazioni:
– è stata innanzitutto espressa gratitudine al Santo Padre per l’appello che ha rivolto per l’accoglienza dei profughi e pieno ossequio alle sue parole;
– affinchè possa essere svolta in modo corretto l’accoglienza delle famiglie di profughi nelle parrocchie, nei santuari e negli istituti religiosi, occorre attendere le indicazioni provenienti dalla Prefettura;
– occorre inoltre attendere le indicazioni che perverranno dalla Diocesi affinchè sia svolta un’opera di accoglienza generosa, ma coordinata e nello stesso tempo responsabile;
– è necessario pertanto che i parroci, i rettori di Santuari e gli Istituti religiosi non intraprendano iniziative immediate e individuali di ospitalità ma attendano direttive in proposito.
– è stata innanzitutto espressa gratitudine al Santo Padre per l’appello che ha rivolto per l’accoglienza dei profughi e pieno ossequio alle sue parole;
– affinchè possa essere svolta in modo corretto l’accoglienza delle famiglie di profughi nelle parrocchie, nei santuari e negli istituti religiosi, occorre attendere le indicazioni provenienti dalla Prefettura;
– occorre inoltre attendere le indicazioni che perverranno dalla Diocesi affinchè sia svolta un’opera di accoglienza generosa, ma coordinata e nello stesso tempo responsabile;
– è necessario pertanto che i parroci, i rettori di Santuari e gli Istituti religiosi non intraprendano iniziative immediate e individuali di ospitalità ma attendano direttive in proposito.