Benvenuti tra noi e con noi

Omelia pronunciata in Cattedrale in occasione della celebrazione per la Giornata del Migrante e del Rifugiato
14-01-2018
 Arcidiocesi di Genova

Domenica 14.1. 2018

Messa per i Migranti

OMELIA

‘Benvenuti tra noi e con noi’

 Cari Fratelli e Sorelle Migranti

La Chiesa di Genova vi dà il benvenuto nella chiesa cattedrale, madre di tutte le chiese della Diocesi.

 1.         Benvenuti tra noi

            Benvenuti tra noi: vi accogliamo con amicizia e  apprezziamo le vostre culture con i valori universali di bontà, dignità, senso della famiglia, di religiosità e di fede che esprimono. Pensiamo a ciò che vi ha spinto, spesso costretti, a lasciare le vostre terre; a quanto vi ha negato il diritto di rimanere nei luoghi dei vostri affetti, dove siete nati: carestie, guerre, violenze, persecuzioni religiose ed etniche. Pensiamo alle fatiche e ai pericoli, alle sofferenze drammatiche che hanno accompagnato i vostri perigliosi viaggi. Pensiamo ai bambini soli, alle condizioni di non poche donne, facile preda di sfruttamento indegno. Tutto questo suscita in noi sentimenti di vibrante condanna e di partecipazione alla vostra esistenza.

 2.         Benvenuti con noi

            Vogliamo aggiungere anche un altro saluto: benvenuti non solo tra noi, ma benvenuti con noi. E’ questo il passo ulteriore che vi è dovuto. Infatti, sarebbe troppo poco, stringerci al tavolo della vita, farvi soltanto un po’ di posto! Noi vogliamo che vi sentiate con noi, che sentiate la nostra vicinanza fino a diventare compagnia, fino a poter camminare insieme nella nostra città, nella Chiesa. Non siete nati in questa terra, ma questa terra è abituata a vedere molti che partono e che arrivano, sospinti dalle difficoltà e dalla speranza. Vorremmo che ognuno nel mondo fosse libero di rimanere nel proprio Paese o di partire per altri lidi: quando un uomo manca di libertà, nessun altro è libero. Ma quel giorno verrà, allora tutti ci sentiremo veramente liberi, e il mondo sarà più umano.

 Allora, i vostri discendenti guarderanno a voi che avete faticato e che – con la vostra civile presenza – ricordate al mondo l’ universale libertà di restare o di partire.

 3.         Fateci posto nei vostri cuori

Voi siete giunti qui, e noi vogliamo sentirvi dei ‘nostri’: vogliamo farvi posto nei nostri cuori. Fateci posto nei vostri! È  necessario per camminare insieme, per sciogliere timori, per incontrarci e conoscerci meglio, per trovare vie nuove al fine non solo di rispettarci, ma di imparare a volerci bene; al fine non solo di vivere vicini gli uni agli altri, ma di vivere integrati gli uni con gli altri, lavorando insieme per il bene comune. Sì, dobbiamo lavorare insieme per  Genova, che desideriamo essere la nostra casa; lavorare con questi popoli, che desideriamo siano la nostra famiglia.  

 4.         Un sogno ardito?

È forse un sogno troppo ardito? Forse un’ illusione? Noi crediamo di no: tutti vogliamo che non sia così! Per questo ognuno deve impegnarsi per la propria parte affinché il sogno diventi realtà. Le regole sono necessarie – senza, è impossibile vivere insieme anche in famiglia -, ci vogliono percorsi di apprendimento lavorativo per la propria dignità, ma non cominciamo da zero: le istituzioni civili, la Chiesa diocesana, diverse associazioni stanno operando da tempo per questo. Ognuno ne approfitti con intelligenza e serietà. I frutti già si vedono! Però – cari amici – vi raccomando in modo particolare la cultura: possedere la lingua del Paese, conoscere la sua storia, le sue tradizioni, i suoi valori, la visione della vita e della persona, è fondamentale per non vivere spaesati. Vivere insieme nel rispetto, nella collaborazione per il bene, nell’amore reciproco, nella fierezza di appartenere a Genova, è il sogno comune: è un compito che riguarda noi ma va oltre noi, e a questo compito insieme ci votiamo, certi che un giorno questa Città, guidata da Dio, possa dire a tutti: è possibile, è bello, è giusto.

5.         Stretti attorno al Signore Gesù

Tutto ciò sarà più facile guardando insieme il Signore Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo per noi. Come dice il Vangelo di oggi, se seguiremo il Signore per vedere dove dimora, se staremo con Lui, allora tutto sarà possibile e il sogno prenderà corpo. Gesù vive nella Chiesa, e la Chiesa accoglie i figli dispersi come una madre. Vivere nel suo grembo materno è dimorare con Gesù Cristo: i nostri sacerdoti, i religiosi e i laici, coordinati dall’Ufficio Migrantes, sono missionari di comunione fra tutti, sapendo che ognuno ha qualcosa di bello da portare nella comunità cristiana e in quella civile. Offriamo agli altri ciò che è alto, nobile, degno, e aiutiamoci per superare difficoltà e limiti con la grazia di Dio

La Madonna, Regina e Madre di Genova, ci accolga sotto il suo manto e ci protegga dal male fisico e morale; ci doni la grazia di guardare al suo piccolo Gesù, che è Principe della pace e Salvatore del mondo.

 

                                                                                Angelo Card. Bagnasco

                                                                    Arcivescovo Metropolita di Genova

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